L'accoglienza di chi fugge dalla guerra in Ucraina ci insegna molto. Anzitutto che un'altra gestione delle migrazioni è possibile. In secondo luogo, che purtroppo le politiche europee continuano a fare distinzioni tra “Profughi Vip”, o “very important refugees”, come li definisce il giornalista nigeriano Peter Emorinken-Donatus, e tutti gli altri. Succede così che gli ucraini bianchi siano stati accolti meglio di quei loro concittadini, lavoratori o studenti, provenienti da altre aree geografiche. Una discriminazione avvenuta anche in Italia, stando al racconto di Mustafa Ahmadi, un mediatore afghano di Torino, che ha raccontato di suoi connazionali dall'Afghanistan costretti a lasciare gli appartamenti in cui erano accolti per lasciare il posto agli ucraini appena arrivati. C'è poi il trattamento riservato dalla Turchia, con le complicità europee, al popolo curdo, denuncia Gad Lerner.
Il Sud del mondo subisce i danni delle attività estrattive delle compagnie occidentali e della crisi climatica, eppure i cosiddetti migranti economici, che spesso scappano dai questi disastri ambientali, vengono respinti alle frontiere. Gli scenari internazionali insegnano che guerre e fame sono connesse, così come indicano una crescita vertiginosa dei profughi del clima: è giunto il momento di cambiare le definizioni che decidono chi ha diritto di essere accolto e chi no.
In questo numero trovate anche un’inchiesta sulla pesca di frodo di oloturie, un animale molto ricercato in Estremo oriente. Tra Grecia e Puglia c’è un commercio illecito a cui partecipano imprenditori con precedenti per mafia e droga. Nella sezione Mafie e resistenze, un'inchiesta sui legami tra ‘ndrangheta e massoneria, la cui reputazione – ci spiega lo storico John Dickie – in Italia assume quel tratto negativo per colpa dello scandalo P2.
Con l'infografica facciamo una panoramica aggiornata sul consumo di pesticidi nei campi e le loro conseguenze sulla salute di animali e persone in Italia e in Europa.