Crimini dei potenti

Il termine crimini dei potenti identifica i reati commessi da individui e gruppi che posseggono risorse economiche e di status di molto superiori rispetto a quelle possedute dalle loro vittime. Sono reati che provocano danni gravi e diffusi, ma che vengono perdonati con più facilità. Esempi sono i danni alla salute provocati dalle produzioni industriali, le grandi corruzioni, i reati economici e della politica: delitti di cui spesso le vittime non sono neppure consapevoli, e che difficilmente vengono a galla. Anche per questa ragione i ricchi e le élite non subiscono quasi mai conseguenze giudiziarie o sociali per i loro gesti. Il primo a parlarne è stato, nel 1949, il criminologo Edward Sutherland, che per la prima volta ha associato i concetti di devianza e crimine a persone di classe sociale elevata, i potenti, parlando di crimine dei colletti bianchi Questo ha creato una rottura con il luogo comune secondo cui i comportamenti criminali sono sempre e necessariamente una conseguenza dell'emarginazione e della povertà. Ancora oggi, gli autori di questi crimini sono apparati dello stato, pezzi della classe dirigente, grandi imprese e istituzioni finanziarie, che oltre alla capacità di decidere del destino dei meno abbienti, godono spesso di consenso e ammirazione.

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Martina Cataldo

Martina CataldoCollaboratrice lavialibera

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Alberto Vannucci

Alberto VannucciProfessore di Scienza politica, Università di Pisa

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Strage del Vajont: furono omicidi

Sono trascorsi 60 anni dal disastro che costò la vita a 1.910 persone, ma certe verità non sono mai state indagate e parlare di Vajont nel modo corretto è ancora oggi pericoloso

Lucia Vastano

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A Rubiera, in Emilia Romagna, fino ai primi anni Novanta è stato prodotto amianto senza alcuna tutela per i lavoratori. Tra ex dipendenti, familiari e residenti sono morte più di 50 persone e altre continuano a morire. Una storia che la giustizia ha …

Marco Panzarella

Marco PanzarellaRedattore lavialibera

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