Tunisi, 16 luglio 2023. Da sinistra: il primo ministro dei Paesi Bassi Rutte, la presidente della Commissione europea Von der Leyen, il presidente tunisino Saied e la premier italiana Meloni durante la firma del memorandum Ue-Tunisia. Foto di Palazzo Chigi, licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT
Tunisi, 16 luglio 2023. Da sinistra: il primo ministro dei Paesi Bassi Rutte, la presidente della Commissione europea Von der Leyen, il presidente tunisino Saied e la premier italiana Meloni durante la firma del memorandum Ue-Tunisia. Foto di Palazzo Chigi, licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

Europee 2024: il flirt Meloni-Von der Leyen sulla pelle dei migranti

SPECIALE ELEZIONI 2024. Su frontiere, accordi con Stati terzi e asilo la Commissione europea insegue la destra sovranista in vista di un possibile accordo post-elezioni. Perdono i diritti, mentre gli alleati minacciano lo strappo

Toni Castellano

Toni Castellanoredattore lavialibera

Paolo Valenti

Paolo ValentiRedattore lavialibera

1 maggio 2024

"Giorgia, sosterrai o meno un secondo mandato di Ursula Von der Leyen? Io credo di sì". A lanciare la provocazione, durante l’evento del gruppo sovranista europeo Identità e democrazia (Id) svoltosi a Roma lo scorso 23 marzo, è la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen. La Giorgia a cui si rivolge è la premier Meloni, presidente dei Conservatori e dei riformisti europei (Ecr). La domanda rimane senza risposta: le voci di un possibile sostegno a Von der Leyen alla guida della Commissione europea dopo le elezioni di giugno si rincorrono da mesi, senza smentite né conferme. Ma un’intesa tra le due leader esiste già: riguarda le politiche migratorie, terreno sul quale Von der Leyen si è gettata nelle braccia dei sovranisti.

Riforma asilo e migrazioni: il patto dei diritti negati

L’esempio più recente risale allo scorso 10 aprile, quando il parlamento europeo ha approvato il Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, un pacchetto di dieci provvedimenti proposto da Bruxelles che riforma il sistema di ricezione e accoglienza. La geometria del voto sul nuovo patto lascia presagire cosa potrebbe succedere dopo le elezioni: parte dei Socialisti & democratici (S&d), il gruppo di centro-sinistra, si è staccata dalla maggioranza votando contro, mentre alcuni Conservatori, tra cui gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, si sono uniti al Ppe per approvare la riforma.

Cosa prevede il nuovo patto asilo e migrazioni

"Le nuove norme danno l'idea di una guerra a bassa intensità contro i migranti. Lo screening biometrico apre al rischio di una profilazione razziale"Lorenzo Trucco - Presidente Asgi

"Con questo patto abbiamo tolto argomenti all’estrema destra", ha affermato la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson, ammettendo che la Commissione quegli argomenti li ha fatti propri. Messe tutte insieme, le nuove norme danno l’idea di una "guerra a bassa intensità verso i migranti e i richiedenti asilo", dice a lavialibera Lorenzo Trucco, presidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). Tra le principali novità, la creazione di centri di detenzione per il riconoscimento alle frontiere e un meccanismo di solidarietà che obbliga gli Stati membri ad accogliere sul proprio territorio una quota di richiedenti asilo oppure sostenere i paesi di primo approdo con un appoggio tecnico, operativo o economico. L’obiettivo è effettuare 30mila ricollocamenti ogni anno, una cifra irrisoria rispetto al totale delle richieste d’asilo (1,14 milioni nel 2023). Viene introdotta anche una procedura semplificata alle frontiere, che concede 12 settimane per trattare una richiesta di asilo, più altre 12 per il rimpatrio dei richiedenti respinti. Le uniche categorie escluse sono i minori non accompagnati, a meno che non rappresentino un "rischio per la sicurezza", e le persone con problemi di salute. "Visti i tempi strettissimi – spiega Trucco – fare ricorso contro un respingimento diventa infattibile: già ora l’onere probatorio a carico di una persona in fuga è complicatissimo, figuriamoci in tre mesi al massimo. Altro problema è che la procedura semplificata verrà applicata d’ufficio per coloro che provengono da un paese con un tasso di riconoscimento delle richieste di asilo inferiore al 20 per cento, il che vuol dire che moltissime verranno rifiutate, con una casualità allarmante che contraddice completamente i principi della Convenzione di Ginevra. Alla fine si invertirà la logica e diventeranno tutte procedure semplificate".

"Green border" mostra la disumanità ai confini d'Europa

Altro strumento molto discusso è lo screening biometrico: al momento dello sbarco o dell’arrivo sul territorio nazionale, ai migranti dai sei anni in su saranno registrati impronte digitali, volto, iride, voce o altri segni distintivi unici. I dati verranno poi caricati su un database a disposizione delle autorità di tutti gli Stati membri. "La profilazione biometrica può comportare rischi elevati per i diritti e le libertà delle persone, incluse discriminazioni ingiustificate – dice Trucco –. Insomma, c’è il pericolo di una profilazione razziale". Per non parlare dei rimpatri volontari assistiti con reintegro per i cittadini di paesi terzi, che offrono l’opportunità di rimpatrio attraverso un progetto individuale che comprende supporto finanziario, assistenza logistica e counseling pre-partenza: "Si offre al migrante una somma in cambio della scelta volontaria di fare rientro, senza nemmeno provare a comprendere i motivi della sua fuga: denaro in cambio del ritorno". 

Pagare Stati terzi per tenere i migranti lontani

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