Per sicurezza sul lavoro, si intende un complesso di attività di prevenzione e di protezione che devono essere attuate all’interno di un'azienda per tutelare la salute e l’incolumità psicofisica dei lavoratori. Si tratta di un preciso obbligo che grava sul datore di lavoro e di uno tra i diritti irrinunciabili del dipendente. Attualmente, in Italia, il cuore della normativa in tema di sicurezza sul lavoro è raccolta nella legge 81 del 2008, che ha preso il testimone della celebre legge 626 del 1994 e ha di fatto riorganizzato una serie di interventi legislativi che si erano stratificati nel tempo. Il Testo Unico del 2008 fissa i principi cardine della materia, indica i soggetti responsabili della sicurezza all’interno dell’azienda e dettaglia i relativi doveri. Tutto bene, quindi? Non proprio, perché in Italia i morti sul lavoro sono ancora una tragica realtà. Secondo i dati Inail, nel 2021 sono stati 1221, nella maggior parte dei casi concentrati nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura e della logistica. Sono vittime, troppo spesso, di incuria e dolo, conseguenze estreme di quella che Luigi Ciotti definisce “una degradazione del concetto di lavoro nella mentalità pubblica, di quel ridurre la persona umana da fine a mezzo che tende a cancellare i diritti e azzerare le opportunità di un impiego vero, pulito, tutelato”.