Mafie ● Resistenze Mafie ● Resistenze

Napoli, 9 maggio 2016. Imbrattato lo stencil sul muro del parco di Capodimonte, ispirato alla storica foto divenuta simbolo dell'Antimafia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (Ciro Fusco/Ansa)

Falcone e Borsellino chiesero aiuto, ma nessuno li ascoltò

L'esplosione di una bomba è rapida, violenta e inaspettata. Quelle che uccisero Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le loro scorte, invece, erano state previste e certe, non imprevedibili. Per questo lo Stato non doveva isolarli

Roberto Saviano

Roberto SavianoScrittore

Palermo, 11 luglio 2017. Un manifesto con la foto di Falcone e Borsellino dato alle fiamme (Ansa)

Lucarelli: "Nel 1992 siamo diventati meno felici e più cattivi"

Da allora ho cominciato a occuparmi di mafia, riconoscendo parole e meccanismi che mi fanno scattare con le fauci aperte e i denti sguainati. E assieme a me tante altre persone

Carlo Lucarelli

Carlo LucarelliScrittore, sceneggiatore e conduttore televisivo

Mafia e corruzione sono storia nazionale

Mafia e corruzione sono storia nazionale

I fatti del 1992 mostrarono le crepe e la fragilità di un Paese in cui convivevano violenza legittima e criminale. In Italia si pagavano tre tipi di tasse: imposte, estorsioni e tangenti

Isaia Sales

Isaia SalesProfessore di Storia delle mafie

Firenze, 2018. Imbrattato il murale realizzato in memoria dei giudici Falcone e Borsellino su una parete esterna del circolo "Baracche Verdi" (Ansa)

Stragi di Cosa nostra. L'ingiustizia degli Stati una forma di macro-mafia

Dove non è rispettata la giustizia, le nazioni agiscono come grandi bande di ladri. Governi corrotti e forme di criminalità si muovono secondo le stesse logiche di violenza, guardando i propri interessi e ignorando il bene comune

Anna Puglisi e Umberto Santino

Anna Puglisi e Umberto SantinoCentro documentazione Peppino Impastato

Una manifestazione contro le mafie (dal sito di Libera)

Stragi di mafia. Se qualcosa è cambiato è merito della coscienza civile

Cosa nostra ordinò le stragi quando si accorse che i siciliani non volevano vivere sotto il giogo dei gruppi criminali. La tradizione di paura e sudditanza era stata rotta, bisognava riaffermare la propria forza

Nino Fasullo

Nino FasulloPrete, direttore della rivista "Segno"

Informarsi è un gesto radicale

Fatti, numeri, storie, inchieste, opinioni, reportage.
Per rimettere in gioco un futuro che sembra già scritto

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar

Ogni terza domenica del mese, CapoMondi, la rassegna stampa estera a cura di Libera Internazionale