Vittime

Nicola Ciuffreda. Crediti: Vivi.libera

Foggia anni Novanta, Ciuffreda e gli altri delitti irrisolti

31 anni fa moriva l'imprenditore edile Nicola Ciuffreda. Come lui, Giovanni Panunzio, Francesco Marcone e Matteo Di Candia, uccisi dalla Società foggiana negli anni Novanta, tra omertà e silenzi che ancora oggi si respirano in città

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

La folla ai funerali di Aurelio e Luigi Luciani in San Marco in Lamis, l'11 agosto 2017. Credits: Ansa

Strage di San Marco in Lamis, le vedove Luciani: "La rassegnazione alla mafia è peggio dell'omertà"

Il 9 agosto del 2017 Luigi e Aurelio, due agricoltori innocenti, sono stati uccisi da un commando che aveva appena fatto fuori il boss Mario Luciano Romito, rivale del clan Li Bergolis. Parlare di mafia garganica non è più tabù, ma "nessuno denuncia"

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoGiornalista

Manifestazione per l'anniversario della morte di Barbara Corvi. Credits: Fabrizio Ricci

Non scomparse, ma uccise da uomini di 'ndrangheta

È la storia di Barbara Corvi, sparita nel 2009: dicevano fosse scappata, invece è stato il marito ad assassinarla. La stessa sorte era toccata alla cognata, Angela Costantino

Fabrizio Ricci

Fabrizio RicciGiornalista, redattore di Collettiva.it e co-referente regionale di Libera Umbria

Vincenzo Agostino, papà di Nino Agostino, ucciso dalla mafia il 5 agosto 1989. Credits foto: Gian Battista Raffetti

Omicidio Agostino, da rifare il processo d'appello al boss Nino Madonia

Da rifare il processo d'appello al boss Nino Madonia, ritenuto l'esecutore del delitto del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio. I procedimenti giudiziari vanno avanti da 35 anni, dimostrando quanto sia difficile la ricerca della …

Rino Giacalone

Rino GiacaloneGiornalista e direttore di Alqamah.it

Femminicidi, con la scusa della gelosia i colpevoli evitano l'ergastolo

Femminicidi, con la scusa della gelosia i colpevoli evitano l'ergastolo

Il sessismo c'è anche nei palazzi di giustizia. I femminicidi a cui si attribuiscono motivazioni sentimentali e relazionali sembrano subire pene meno severe. Lo dimostra uno studio universitario su casi giudiziari

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoGiornalista

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