21 marzo, la giornata per le vittime di mafia torna a Roma

"Roma città libera" è lo slogan dell'edizione 2024 della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. "A ottant'anni dalla liberazione dell'occupazione nazi-fascista, oggi Roma deve nuovamente aprirsi e liberarsi", scrive Libera

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9 gennaio 2024

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"Roma città libera": è questo lo slogan scelto per la ventinovesima edizione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che si terrà nella capitale il 21 marzo 2024. L'appuntamento, promosso da Libera, porta in piazza ogni anno familiari delle vittime, associazioni, scuole, realtà sociali ed enti locali. La prima edizione si è svolta proprio a Roma nel 1996, ma è solo nel 2017 che la giornata è stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato, con la legge n. 20 dell'8 marzo. L'edizione dell'anno scorso, svoltasi a Milano, ha visto 70mila persone sfilare in corteo fino a Piazza Duomo, dove l'evento si è concluso con l'intervento di Luigi Ciotti. Quest'anno, saranno 1.070 i nomi delle vittime innocenti scanditi dal palco di Roma, da Giuseppe Montalbano, medico garibaldino ucciso nel 1861 a Santa Margherita di Belice (Agrigento) per aver denunciato l'usurpazione di terre spettanti al comune, ad Antimo Imperatore, 56enne di Ponticelli (Napoli), colpito nel luglio del 2022 da un proiettile indirizzato verso un esponente del clan De Micco.

L'elenco delle vittime innocenti di mafie, una scelta complicata

Perché Roma

"Roma è una macina di soldi, una banca di soldi per tutti i gruppi criminali"

Dopo la prima del 1996, Roma ha ospitato le edizioni del 2005 allo stadio Flaminio, del 2014, quando i familiari furono accolti da papa Francesco, e del 2021 all'Auditorium Parco della musica. La scelta di tornare a ricordare le vittime innocenti delle mafie qui è legata al ruolo centrale che la Capitale continua a svolgere nel panorama della criminalità organizzata del nostro Paese: "Su Roma l’importante è fare i soldi, i morti non li vuole nessuno – raccontava un collaboratore di giustizia durante il processo Gramigna nel 2020 –. Roma è una macina di soldi, una banca di soldi per tutti i gruppi criminali, quindi si sa benissimo che i morti meno se ne fanno o se non se ne fanno per niente è la miglior cosa”. A Roma e nel Lazio coesistono e spesso collaborano le organizzazioni mafiose tradizionali, le mafie autoctone, quelle straniere, in particolare nigeriana, cinese e albanese, e organizzazioni criminali dedite al narcotraffico che che adottano metodi mafiosi nella risoluzione delle controversie e nel controllo militare del territorio. L’estensione del territorio, l’ampio numero di imprese che operano nella città, la vicinanza con le Istituzioni fanno di Roma un mercato unico per le organizzazioni criminali, sia per gli affari illeciti che per gli investimenti nell'economia legale: costruzioni, gioco d'azzardo, rifiuti, stabilimenti balneari, servizi, alberghi, ristorazione, commercio e immobiliare sono solo alcuni dei settori in cui si registrano infiltrazioni mafiose

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Ma il mercato più sviluppato e redditizio resta quello delle sostanze stupefacenti: nel 2022, il 17 per cento delle operazioni antidroga svolte in Italia sono state in Lazio, mentre l’ultima relazione del dipartimento antidroga mostra che Roma è il capoluogo italiano in cui si consuma più cocaina, con una media nel 2022 di 18,5 dosi al giorno per 1000 abitanti. Numeri preoccupanti si registrano anche in relazione alle operazioni finanziarie sospette: una relazione del ministero dell’Interno del 2021 individuava nel Lazio la seconda regione d'Italia dopo la Lombardia per variazioni degli assetti societari, mentre nel 2022 quella di Roma risultava la prima provincia per numero di segnalazioni sospette registrate dalla Banca d'Italia. Sono anche attivi meccanismi corruttivi, particolarmente preoccupanti se si considerano i miliardi di euro in arrivo per il Pnrre il Giubileo, come hanno più volte denunciato magistratura e forze dell’ordine.

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Città di resistenza

Al dinamismo delle organizzazioni criminali nella Capitale si contrappone la ricchezza delle esperienze di impegno civile nel contrasto al potere dei clan: cittadini, cittadine e soggetti del terzo settore che si impegnano ogni giorno a costruire un'alternativa alla criminalità organizzata cercando di dare risposte concrete ai bisogni di chi vive ai margini, soprattutto i più giovani. Sono molte le iniziative di riqualificazione e animazione degli spazi comuni e di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie, così come tanti sono i luoghi di memoria: dai murales di piazza Bologna alla lapide all’ingresso della Casa del Jazz, dalle vie dedicate alle vittime nel parco di via Nomentana al parco Collina della Pace Peppino Impastato. A unirli è un filo rosso che parte dalla resistenza al nazifascismo e giunge alle stragi e al riscatto del movimento antimafia, che oggi vive nelle testimonianze dei familiari delle vittime attivi sul territorio.

Le parole di Lucarelli: resistenza

"A ottant’anni dalla liberazione dell’occupazione nazi-fascista, oggi Roma deve nuovamente aprirsi e liberarsi", si legge nel comunicato di Libera. "Liberarsi dalle mafie, dalla corruzione, dal narcotraffico, dal traffico degli esseri umani, dai crimini ambientali, dai capitali illeciti, dall'indifferenza, dalla politica distante dal bene comune e dalla prossimità con i cittadini, dal lavoro nero e dal precariato". Un elenco aperto, che Libera invita cittadini, cittadine e associazioni a completare attraverso iniziative pubbliche nei mesi che ci separano dal 21 marzo.
 

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