21 settembre 2022
RESISTENZA
s.f. 1. Azione tendente a impedire l’efficacia di un’azione contraria. 2. Attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di determinati effetti. 3. Nella recente storia d’Europa il complesso di movimenti che durante la seconda guerra mondiale si svilupparono contro l’occupazione dei nazisti e dei loro alleati e che nei paesi a regime fascista rappresentarono la continuità e l’espansione delle forze e dei fermenti democratici.
La mattina del 27 gennaio 2017, appena entrati nelle loro classi, gli alunni della scuola media Sandro Pertini di Vercelli hanno trovato una sorpresa. Una circolare, emanata dalla preside e letta dagli insegnanti, con la quale si ordinava di segnalare tutti gli studenti figli di genitori non italiani e di spostarli in una classe separata, dove avrebbero anche dovuto sostenere un esame speciale di lingua e cultura italiana. Effetto immediato, nessuno escluso.
Detto così sembra un incubo, o un presagio, se volete, di un futuro forse prossimo venturo, la scena di un film alla 1984 o un documentario su quello che in effetti avvenne, proprio in Italia, con le leggi razziali del 1938.
E invece è accaduto realmente. Venerdì mattina, campanella, tutti in classe col sonno del fine settimana, gli insegnanti che tirano fuori la circolare della presidenza, prego, alzarsi e accomodarsi nell’aula a fianco.
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È successo davvero, ma attenzione, non è quello che sembra. Perché la circolare era falsa, un elemento di un esperimento sociologico compiuto da insegnanti e psicologi in occasione proprio del 27 gennaio, che oltre a essere quello strano venerdì a Vercelli, è anche il Giorno della Memoria in cui si commemorano le vittime della Shoa. Gli studenti oggetto della circolare, quelli che avrebbero dovuto essere discriminati e deportati in un’altra classe, ne erano stati messi al corrente, la mattina stessa per evitare fughe di notizie, e si erano detti d’accordo. Gli altri, i compagni di classe oggetto invece dell’esperimento, non ne sapevano nulla. Bene, gli insegnanti leggono la circolare, gli alunni chiamati in causa si alzano, silenziosi e mogi, e si apprestano ad andarsene. E a quel punto succede un casino.
I compagni cominciano a protestare, a chiedere spiegazioni, a urlare. Si accalcano attorno alla cattedra, anche piuttosto minacciosi, chiedono della preside, la chiamano e la insultano. Si attaccano al telefono e chiamano i genitori e gli amici. Molti ragazzi escono dalla classe assieme ai compagni discriminati, pronti a seguirli dovunque vadano e altri ancora si piazzano davanti alle porte delle aule per evitare, fisicamente, che vengano portati via.
Insomma, quel giorno, all’istituto Sandro Pertini di Vercelli non ci sono stati dibattiti, riflessioni, segnali, provocazioni o gesti, non ci sono neanche stati atti di solidarietà. Ci sono state vere e proprie, concrete e reali azioni di resistenza.
Sembra quella poesia nata da un sermone del vescovo Martin Niemöller e attribuita anche a Bertold Brecht, ma al contrario e bloccata al primo verso: quando vennero a prendere gli zingari ci mettemmo insieme tutti e non glielo facemmo fare.
Quella del 2017, per fortuna, era una simulazione, e anche ben riuscita. La premessa da cui è nata, però, è una cosa che fa paura, che è stata parte della realtà di un passato col quale non abbiamo mai tagliato le radici e che resta comunque nelle possibilità del presente. O, peggio ancora, del futuro.
E quindi:
RESISTENZA
s.f. 1. Azione tendente a impedire l’efficacia di un’azione contraria. 2. Attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di determinati effetti. 3. Nella recente storia d’Europa il complesso di movimenti che durante la seconda guerra mondiale si svilupparono contro l’occupazione dei nazisti e dei loro alleati e che nei paesi a regime fascista rappresentarono la continuità e l’espansione delle forze e dei fermenti democratici.
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