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16 luglio 2025
La montagna ha partorito il topolino. Il Consiglio olimpico congiunto Milano Cortina 2026, organismo di indirizzo generale dei Giochi, ha inviato per la prima volta (e unica prima dell’inizio della manifestazione) la relazione al parlamento sulle attività svolte durante il 2024.
Diciotto pagine, di cui 10 sono l’intestazione e i riferimenti ai decreti di istituzione e di convocazione della prima seduta. Di quelle che rimangono, tre sono di introduzione e cinque, finalmente, di relazione vera e propria: dimensione del testo cubitale, Arial 14, interlinea 1,5, per un totale di poco meno di 7mila caratteri. Per farvi capire meglio, meno della lunghezza dell’articolo che state leggendo. Anche il contenuto delude le aspettative di chi si aspetta “i massimi standard di trasparenza”.
Milano-Cortina 2026. Il Consiglio olimpico fantasma
Il Consiglio olimpico congiunto era stato pensato già nel dossier di candidatura, presentato nel 2018. Due anni dopo, l’allora sottosegretaria Valentina Vezzali aveva firmato il primo decreto che istituiva l’organismo e ne fissava l’entrata in funzione al 30 marzo 2022, specificando compiti e la composizione: 15 enti, tra ministeri, regioni, province, comuni interessati dai Giochi, società sportive, Fondazione Milano Cortina 2026 e Società Infrastrutture Milano Cortina 2020–2026S.p.A (Simico). A questa lista si era poi aggiunto anche un membro del ministero del Turismo. Entro trenta giorni da quella data si sarebbero dovuti nominare i componenti.
Anche sulla composizione del tavolo ci sono delle incongruenze. I membri dovrebbero essere 16, ma nell’elenco si leggono 15 nomi. Manca il referente per il Forum per la sostenibilità dell'eredità olimpica e paralimpica
Attraverso un accesso civico, lavialibera ha scoperto che l’istituzione del Consiglio è avvenuta solo due anni dopo e nella relazione viene reso esplicito il motivo: dei 15 soggetti inizialmente previsti solo uno aveva inviato il nome del proprio portavoce. Così, si è dovuto aspettare fino all’11 giugno 2024 per definire “la sua composizione completa con atto del ministro Abodi”, ma soltanto “previo rinnovo della richiesta di designazione, agli aventi titolo, da parte del medesimo ministro”. Andrea Abodi, a capo del dicastero dello sport, ha dovuto insistere. La prima convocazione è stata il 9 settembre, tre mesi dopo.
Anche sulla composizione del tavolo ci sono delle incongruenze. I membri dovrebbero essere 16, ma nell’elenco si leggono 15 nomi. Manca il referente per il Forum per la sostenibilità dell'eredità olimpica e paralimpica, l’organismo che ha l’obiettivo di “tutelare l’eredità olimpica e paralimpica e [a] promuovere iniziative utili a valutare l’utilizzo a lungo termine delle infrastrutture realizzate per i Giochi olimpici e paralimpici invernali “Milano Cortina 2026” nonché il perdurare dei benefici sociali, economici e ambientali sui territori interessati dai Giochi”. Come per il Consiglio olimpico anche di questo organismo si sa poco nulla.
C’è poi il pilastro della trasparenza. Nella relazione si fa riferimento al portale “Open Olympics”, avviato da Simico, in cui sono pubblicati gli avanzamenti delle infrastrutture e dei cantieri e la consultazione aperta da parte di cittadini e stakeholder.
Peccato che il portale si chiami invece Open Milano Cortina 2026, e che sia stato ideato su pressione della rete della campagna Open Olympics 2026 (stavolta sì, si chiama davvero così), organizzata dalla società civile per chiedere Giochi trasparenti, legali e rendicontabili. “Tale infrastruttura digitale - si legge - è destinata a costituire una delle principali eredità operative del progetto olimpico”. La rete ha sottolineato a lavialibera, nell’ultimo numero “Giochi insostenibili”, che nonostante l’esistenza di un Piano delle opere ufficiale, i dati e i documenti sono risultati incompleti e suddivisi tra diversi siti istituzionali, tanto da rendere impossibile il monitoraggio di costi, appaltatori e avanzamento dei lavori.
Olimpiadi, non vogliamo essere solo spettatori
Da non sottovalutare è un altro passaggio della relazione del Consiglio, con un riferimento preciso alla “necessità di evitare una frammentazione delle progettualità e delle narrative”, “evitando fenomeni di disinformazione e valorizzando il lavoro svolto”. Un rimando alla linea del Governo, che in varie occasioni aveva puntato il dito contro chi sollevava criticità nei confronti della gestione delle Olimpiadi. Lo scorso febbraio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli aveva dichiarato che era "Responsabilità dei media [è] quella di impegnarsi per far rendere conto dell’importanza di questa manifestazione internazionale". Che tradotto significa: delle Olimpiadi si può solo parlare bene e le scelte su come vengono spesi i soldi pubblici vanno comunicate a partita conclusa. Nel documento trasmesso al parlamento, si accenna anche a iniziative del ministero degli Esteri e del Turismo, per iniziative volte a “sostenere Milano Cortina”.
Il Consiglio olimpico ha preso atto delle questioni sottoposte dagli enti, in particolare da Fondazione. In particolare si fa riferimento a tre fronti: le garanzie finanziarie delle regioni Lombardia e Veneto (non citando le province autonome di Trento e Bolzano e il Governo centrale), la natura giuridica della Fondazione Milano-Cortina e gli extracosti e relativi criteri di riparto.
Delle Olimpiadi si può solo parlare bene e le scelte su come vengono spesi i soldi pubblici vanno comunicate a partita conclusa. Nel documento trasmesso al parlamento, si accenna anche a iniziative del ministero degli Esteri e del Turismo, per iniziative volte a “sostenere Milano Cortina”
Infine, si sottolineano le strategie per il 2025, in cui si dichiara la volontà di aumentare il monitoraggio, definire una serie di indicatori di attuazione, consolidare il sistema digitale “Open Olympics” e “coordinare costantemente con i soggetti attuatori anche attraverso tavoli tecnici periodici”.
Nella conclusione, si ribadisce: “La prosecuzione dei lavori nel 2025 sarà finalizzata alla piena attuazione delle funzioni di indirizzo e alla preparazione della relazione conclusiva post-Giochi, secondo un approccio fondato su responsabilità, evidenza documentale e trasparenza istituzionale”. Il rimando è poi alla relazione successiva, relativa al 2025, che dovrà essere consegnata entro il 30 giugno 2026 e “dovrà rappresentare un momento di sintesi avanzata non solo dell’attuazione tecnica del programma, ma anche della sua percezione pubblica e istituzionale. In tal senso, il Consiglio auspica che la responsabilità condivisa tra soggetti pubblici e privati continui a tradursi in azioni concrete, visibili e misurabili”.
Nella relazione si fa riferimento al portale “Open Olympics”, avviato da Simico, in cui sono pubblicati gli avanzamenti delle infrastrutture e dei cantieri. Peccato che il portale si chiami invece Open Milano Cortina 2026, e che sia stato ideato su pressione della rete della campagna “Open Olympics” (stavolta sì, si chiama davvero così), organizzata dalla società civile per chiedere Giochi trasparenti, legali e rendicontabili
Cosa è successo nel 2025, quindi, si saprà solo a Giochi conclusi. Intanto, nel Dl Sport, in discussione in queste settimane alla Commissione cultura della Camera, si chiedono 43 milioni di euro per l'organizzazione del servizio d'ordine e di soccorso pubblico, che verranno presi dal Fondo di solidarietà per le vittime di usura e racket, che da sette anni prevede una quota di aiuti anche per i minori orfani a causa di crimini domestici. Non solo: si sta pensando di aggiungere un Commissario straordinario alle Paralimpiadi, per le funzioni di indirizzo, coordinamento e attuazione delle attività e degli interventi necessari per lo svolgimento dei Giochi, con uno sguardo alle azioni sul lungo periodo sui territori, missione che dovrebbero avere il Forum non presente al tavolo e, per quanto riguarda le fasi di indirizzo, il Consiglio olimpico.
Nelle poche pagine, si rimane vaghi, anche grazie al fatto che il Consiglio “non dispone di attribuzioni propriamente amministrative, esplicabili con atti puntuali”. Insomma, non deve produrre documenti, rendiconti, ma “funzioni di indirizzo, a carattere generale”.
Talmente generale, che per due anni se ne sono dimenticati e ora liquidano il monitoraggio e la trasparenza in qualche riga. Al post-Olimpiade l’ardua sentenza.
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