2025 - numero 32
Terra bruciata
Crisi idrica, incendi, mafie e povertà: il dossier di questo numero, frutto dell’esperienza di “redazione itinerante” che abbiamo realizzato a marzo, esplora alcune delle grandi sfide che interessano la Sicilia. Terra bruciata non è solo quella che abbiamo calpestato nei territori del Palermitano segnati dal fuoco e nell’Agrigentino assetato per la mancanza d’acqua. In senso figurato è l’immagine che meglio rappresenta gli effetti di una politica che, battendo in ritirata di fronte a queste sfide complesse, lascia le risorse dell’isola alla mercé di interessi privati, spesso criminali. Eppure, scrive la direttrice Elena Ciccarello, “dentro questo pantano sbocciano fiori e crescono piante”: associazioni, amministratori, studiosi che non si limitano a denunciare ma pretendono di partecipare, espressione di una Sicilia che “ha sete di buona politica”. Luigi Ciotti sottolinea l’importanza di raccontare queste esperienze: “L’informazione dà poco spazio al fermento civile. E il discorso pubblico, specie di questi tempi, tende ad alimentare la visione opposta: quella che spinge all’individualismo e alla delega. Bisogna affrontare le resistenze dei tanti che ‘stanno bene così’ e, per pigrizia o tornaconto, non desiderano affatto che si cambi”.
Potrete anche leggere l’inchiesta che abbiamo realizzato (grazie al sostegno di chi ha contribuito alla raccolta fondi) ad Assisi, dove il turismo e i pellegrinaggi attirano un’economia rapace e dove due famiglie stanno rilevando le attività dismesse dagli assisani. Al tema delle migrazioni sono invece dedicate l’intervista con il presente, con la voce di Jalila Tamallah, attivista e madre di due giovani tunisini morti nel Mediterraneo, e la graphic story, che racconta in immagini la storia di Moussa Balde, vittima del cpr di Torino da poco riaperto.
Tra gli editoriali, Rosy Bindi torna sul significato del 25 aprile per un Occidente dove pace e democrazia sono più che mai minacciate, mentre Alberto Vannucci e Antonello Pasini commentano le conseguenze, reali o possibili, di alcune scelte di Donald Trump sul sistema anticorruzione statunitense e sulla salute dei ghiacci della Groenlandia, che regolano il clima di tutta la Terra.