
Referendum 8 e 9 giugno, come votare da fuorisede e i quesiti

1 maggio 2025
Nel santuario della Spogliazione di Assisi, vicino al luogo in cui San Francesco si svestì dai suoi abiti come gesto di rifiuto delle ricchezze terrene, c’è una teca. Al suo interno, vestito in maniera casual – una felpa blu di marca, i jeans e le scarpe sportive –, c’è il corpo del beato Carlo Acutis, giovane morto nel 2006 a soli 15 anni di età. A fine aprile era prevista la cerimonia di canonizzazione, sospesa e rinviata per la morte di papa Francesco. "C’è un fenomeno nuovo in questi anni – spiega frate Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi –, si chiama Carlo Acutis. È talmente importante la sua testimonianza e quanto ruota attorno a lui che sono cambiati gli orizzonti. Chi veniva ad Assisi da pellegrino lo faceva per Francesco e per Santa Chiara. Oggi sono molti coloro che giungono in cerca delle spoglie".
La santificazione del ragazzo nell’anno del Giubileo, e l’ottavo centenario dalla morte di san Francesco nel 2026 hanno portato e porteranno tra le mura del borgo medievale milioni di pellegrini e turisti, che negli ultimi anni hanno raggiunto picchi mai visti. "In Umbria stiamo assistendo a una crescita importante del turismo post covid. Anche ad Assisi i dati del 2024 sono molto buoni. Siamo a 640mila arrivi e 1,5 milioni di presenze con un pernottamento medio di 2,3 giorni. Quindi il dato di flusso è ai massimi storici", conferma Fabio Forlani, presidente del corso di laurea in Economia e management del turismo dell’Università di Perugia. Il dato non tiene conto di quanti arrivano e ripartono in giornata. Secondo il professore Forlani, però, "non possiamo parlare di over tourism" perché soltanto "in alcuni momenti dell’anno, per celebrazioni o ricorrenze particolari, come potrebbe accadere nel Giubileo e per l’anno francescano, il centro storico si riempie". Quasi certamente – prosegue il professore – c’è "un effetto spiazzamento, cioè i turisti occupano spazi che i residenti o gli studenti non usano più, anche per effetto del terremoto".
Dopo il sisma del 1997, Assisi ha perso molti residenti, andati a vivere nei centri a fondo valle, come Santa Maria degli Angeli. Così, se nel Comune si contano quasi 28mila abitanti, nel 2021 i residenti nel borgo storico erano 2150, ma quelli effettivi molti meno. "Dentro le mura siamo circa 600-700 abitanti, compresi noi frati – dice il custode del Sacro Convento –. Gli esercizi pubblici sono attivi durante il giorno, poi la sera non rimane quasi più nessuno". A febbraio, ad esempio, ha chiuso anche l’ultimo bar punto di ritrovo dei residenti, quello che stava aperto fino a tardi e accoglieva quanti finivano di lavorare nei ristoranti. Molte case, rimaste vuote, sono diventate bed and breakfast, pronte ad accogliere chi arriva.
"Qualcuno dice che gli abitanti di Assisi sono più figli di Bernardone che figli di Francesco"Frate Marco Moroni - Custode del Sacro Convento di Assisi
"Stiamo vivendo anni molto particolari che porteranno ad Assisi tante persone in più – afferma frate Marco quando lo incontriamo a fine febbraio –. Siamo convinti che molti dei pellegrini che andranno a Roma durante quest’anno passeranno anche da Assisi. Il periodo da Pasqua fino al ponte del 1º maggio ci aspettiamo un’invasione perché in Vaticano ci sarà la canonizzazione di Carlo Acutis. Siccome il suo corpo è qui, molti vorranno raggiungere Assisi".
E questo vuol dire molti introiti in città, tra bar, ristoranti, venditori di souvenir e accessori religiosi: le croci a forma di tau, simbolo francescano; le classiche statuette di san Francesco; ma anche le statuette e le calamite del giovane Carlo Acutis, spesso raffigurato in jeans, polo rossa e zainetto. "Qualcuno dice che gli abitanti di Assisi sono più figli di Bernardone che figli di Francesco", afferma il custode del Sacro Convento. Bernardone, padre di Francesco, era un ricco commerciante talmente attaccato al denaro che portò il figlio in tribunale quando questi vendette tessuti pregiati e un asino per finanziare la costruzione di una chiesetta. "È chiaro che quando si prevede un grosso afflusso qualcuno cerchi di mettere a frutto il più possibile. Non sorprende più neppure me – prosegue frate Marco –. Il problema è quando questo atteggiamento diventa talmente preponderante che non c’è più attenzione per l’altro, ma solo sete di guadagno".
Gli assisani vendono. Due famiglie stanno acquisendo le attività del centro
"Il turismo è una grande risorsa ma anche oggi in Italia ha dei grossi limiti dovuti alla caratteristica delle aziende. Ora ci basiamo soprattutto su un’impresa familiare, quasi artigianale, costruita attorno ad alcune persone che fanno la maggior parte del lavoro"Fabio Forlani - Presidente corso di laurea in economia e marketing del turismo, Università di Perugia
Se aumentano i visitatori, aumenta anche il lavoro, spesso più di quanto una piccola impresa a conduzione familiare possa sostenere, non soltanto a livello di stress, ma anche finanziario. "Il turismo è una grande risorsa ma anche oggi in Italia ha dei grossi limiti dovuti alla caratteristica delle aziende – illustra il professor Forlani –. Ora ci basiamo soprattutto su un’impresa familiare, quasi artigianale, costruita attorno ad alcune persone che fanno la maggior parte del lavoro. Sono aziende individuali, dove vita e lavoro sono un tutt’uno, con problemi anche di gestione della vita familiare", continua. Lo stress del lavoro entra in famiglia e viceversa. "Da questo punto di vista sono aziende che potrebbero andare in difficoltà e quindi ricorrere a metodi di salvataggio non sempre opportuni".
Alcuni ristoratori incontrati ad Assisi, che chiedono di rimanere anonimi, raccontano dei debiti contratti, delle difficoltà nell’accedere ai crediti, del difficile ricambio generazionale. Le loro aziende diventano “aggredibili” e i proprietari vendono a chi offre loro denaro in fretta e una soluzione per andare avanti. E così alcune attività o chiudono, o passano di mano. In questo spazio, possono inserirsi società non sempre pulite. Ne è un esempio l’albergo Subasio, struttura ricettiva che appartiene a un ente pubblico e per alcuni anni è stata gestita, dopo un bando aperto, da un’impresa vicina alla ‘ndrangheta (leggi qui la storia). L’hotel si trova proprio di fronte alla basilica di San Francesco. "Quando c’è la possibilità di guadagno può accadere che questo sia anche illecito. Ad Assisi come altrove", afferma frate Marco, pensando a quel caso. "Noi siamo sempre molto attenti perché nella nostra città vorremmo che tutto fosse altamente trasparente – spiega Vincenzo De Santi, presidente di Confcommercio Assisi –. Ad oggi non abbiamo nulla che possa impensierire e farci puntare il dito".
Albergo Subasio, l'infiltrazione con vista su Assisi
"Recentemente sono state sottoposte ad attenzione investigativa in Assisi alcune attività commerciali esercitate da 'imprenditori' di provenienza campana, che potevano avvalersi di ingenti provviste di denaro liquido"Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo - Relazione annuale del 2017
Il rischio è stato evidenziato anche dal prefetto di Perugia Armando Gradone a febbraio, prima del pensionamento: "Oggi ci troviamo a contrastare soprattutto minacce dettate da tentativi di riciclaggio – ha detto in un incontro pubblico –. Ci sono settori particolarmente esposti, come quello edilizio e quello ricettivo, ma anche la compravendita di automobili, il trasporto merci, la ristorazione".
Dal canto suo, a settembre il Comune di Assisi ha affidato a una dirigente il compito di trasmettere, qualora emergessero dei sospetti sulle attività che chiedono le licenze, le segnalazioni all’Unità di informazione finanziaria (Uif), cioè l’autorità antiriciclaggio. "Gli attori di alcune operazioni, come notai, commercialisti, banche e altri, devono fare delle analisi e dare un “rating” di sospetto – spiega Thomas Kraicsovits, componente della commissione antiriciclaggio dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Roma –. Più è sospetta, più devono approfondire. Se è il caso, devono fare una segnalazione anonima, che non è una denuncia". L’Uif fornisce una grande varietà di indicatori di anomalie, indicatori utili per valutare i possibili rischi. "La ristorazione, per anni e adesso un po’ meno, è uno dei veicoli dei contanti e lì dove c’è l’utilizzo del contante c’è un elemento in più che può facilitare le operazioni di riciclaggio", prosegue l’esperto.
Per quanto riguarda le interdittive antimafia, ossia i provvedimenti con cui lo Stato impedisce a un’impresa a rischio infiltrazione di contrattare con il settore pubblico, sono state 49 in provincia di Perugia dal 2015 all’inizio del 2025, secondo quanto appreso da lavialibera. Di queste, sette riguardano imprese della ristorazione. "A memoria – ricorda Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria e sindaca di Assisi dal 2016 al 2024 – in otto anni sono arrivate negli uffici quattro interdittive antimafia di cui tre riguardavano il settore turistico-ricettivo-ristorativo e una sola gli appalti pubblici".
Una di quelle interdittive – arrivata da Reggio Calabria – riguardava la Fratelli Catalano, la società calabrese che aveva preso in gestione lo storico albergo Subasio, di proprietà della Casa di cura Andrea Rossi. Un’altra, invece, era destinata ai gestori di una pizzeria al taglio di Santa Maria degli Angeli, nella zona pianeggiante di Assisi. "In questi casi il sindaco ha la possibilità di revocare la licenza d’esercizio e noi l’abbiamo fatto", spiega Proietti. Erano quasi tutte del 2016. Nello stesso periodo, qualcosa aveva attirato l’attenzione degli inquirenti: "Recentemente sono state sottoposte ad attenzione investigativa in Assisi alcune attività commerciali esercitate da 'imprenditori' di provenienza campana, che potevano avvalersi di ingenti provviste di danaro liquido", si legge nella relazione annuale 2017 della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. A cosa abbia portato quell’indagine, resta impossibile saperlo.
Articolo di Martina Cataldo, Andrea Giambartolomei e Sofia Nardacchione
Crediamo in un giornalismo di servizio a cittadine e cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Ma per continuare a offrire un'informazione di qualità abbiamo bisogno di te. Sostienici!
Se sei già abbonato o hai acquistato il numero in cui è presente l'articolo clicca qui per accedere e continuare a leggere.
Crisi idrica, incendi, mafie e povertà: chi guadagna e chi si ribella nella Sicilia delle emergenze