Il caporalato indica lo sfruttamento dei lavoratori, spesso migranti di origine straniera, esercitato dai cosiddetti “caporali”, intermediari che reclutano e organizzano la mano d’opera per conto di imprenditori. Caporalato significa anche paghe al di sotto delle tariffe stabilite dai contratti collettivi, orari di lavoro dilatati, riposi ridotti al minimo e nessuna misura di sicurezza, con maggiori rischi di incidenti e infortuni mortali. Può essere ritenuto un ambito dell’economia mafiosa e, in particolare, della cosiddetta agromafia.
Il fenomeno è diffuso in tutta Italia, dal Nord al Sud, e riguarda soprattutto settori come l’agricoltura, ad esempio la raccolta della frutta, l’allevamento, il facchinaggio e l’edilizia. Dal 2016 è stato introdotto il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro per punire con la reclusione fino a sei anni chi attua questa pratica. Il caporalato è un affare di padroni e di padrini, di sfruttamento dei deboli e marginalità.