La centrale piazza del Comune, ad Assisi, dove si trovano quattro dei ristoranti gestiti da due famiglie di imprenditori
La centrale piazza del Comune, ad Assisi, dove si trovano quattro dei ristoranti gestiti da due famiglie di imprenditori

Quattro ristoranti (più quattro) ad Assisi

In quasi venti anni, due famiglie hanno preso in gestione diversi locali del centro storico. "Le attività gestite dagli autoctoni si sono desertificate", spiega l'ex sindaca

Redazione <br> lavialibera

Redazione
lavialibera

1 maggio 2025

Ad Assisi, nel giro di quasi venti anni, due famiglie hanno preso in gestione una decina di attività ricettive-turistiche del centro, quattro proprio nella piazza del Comune e altri nei paraggi. Non sono famiglie assisane, sono arrivate da fuori e la loro crescita ha suscitato sospetti, anche perché hanno rilevato alcuni locali gestiti per generazioni da famiglie del posto. Le società hanno aperto e chiuso, cambiato le quote e gli amministratori, ma di mezzo c’erano sempre loro: i Maisto, originari della provincia di Caserta, e i Cuku, nati in Albania.

Alcuni assisani faticano a spiegarsi come ci siano riusciti, anche perché tanti operano nel settore e conoscono bene le difficoltà di una destinazione turistica così impegnativa. "Il problema è che qualcuno pensa ci sia sempre qualcosa di losco", afferma Luigi Maisto, nato a Santa Maria Capua Vetere nel 1971, arrivato in Umbria nel 2002 e residente a Spello. È un imprenditore e ora aiuta la Home Assisi, società fondata nel 2022 e amministrata da Sara Vilardo, nata a Santa Maria Capua Vetere nel 1998, moglie di suo figlio Pasquale. L’apertura è avvenuta quando la famiglia Maisto è tornata ad Assisi dopo alcuni anni di assenza: "Nel 2017 ce ne siamo andati perché eravamo stufi". Di cosa? "In 20 anni che sto ad Assisi sono stato controllato dalla Dia (Direzione investigativa antimafia, ndr), dalla Guardia di finanza, dalla polizia". Non è mai emerso nulla contro di lui, "sennò non ero qui a parlarne".

Assisi è sulla piazza. Il turismo e i rischi dell'economia rapace nella città di San Francesco

Nella piazza centrale

"Nel corso degli anni si sono verificati acquisti delle gestioni di vari locali nel centro storico, dove magari un imprenditore è riuscito a prendere in affitto o acquistare più di un’attività ristorativa", racconta Valter Stoppini, sindaco facente funzioni. "Quando ci siamo insediati, c’erano attività che non rispettavano la raccolta differenziata e prendevano molte multe – ricorda Stefania Proietti, prima cittadina di Assisi dal 2016 al 2024, anno in cui è diventata presidente dell’Umbria –. Questo ci ha fatto scattare un campanello d’allarme. Dopodiché abbiamo visto un proliferare di attività legate un po’ alle stesse filiere".

"Le attività gestite da persone di Assisi piano piano si sono desertificate a favore di queste famiglie che arrivano da fuori"

Sotto il loro sguardo, avviene anche qualcos’altro: "Le attività gestite da persone di Assisi piano piano si sono desertificate a favore di queste famiglie che arrivano da fuori", prosegue. Analizzando gli elenchi della Camera di commercio, nel centro storico figurano una settantina di ristoranti. "Quando volevo vendere, non si è presentato nessuno del posto", confida un ex ristoratore che ha ceduto a dei “forestieri” e vuole rimanere anonimo. Conferma il quadro generale Maisto: "Sono loro che cercano me o Home Assisi per cedere i locali. Tutti i giorni ci chiamano perché qualcuno vuole vendere o vuole affittare. Nessuno li minaccia per vendere".

Resta una domanda: come è possibile che da sola la sua famiglia possa gestire quattro attività? "Ci vuole il coraggio di indebitarsi, poi tutto dipende dall’organizzazione e dal lavoro. Apriamo alle 10 e chiudiamo alle 24", è la ricetta di Maisto, che dalle visure camerali non ha incarichi all’attivo. Tornato in Umbria dopo il covid, la prima occasione trovata ad Assisi è stata la gestione dell’Hotel Posta Panoramic, poi sono arrivati il ristorante Antica Volta e la Taverna Magna Comunis, nello storico Palazzo del capitano del popolo, in piazza del Comune, dove si trova anche la Trattoria degli Umbri, rilevata tra il 2022 e il 2023. Quest’ultimo ristorante è stato al centro di una disputa con l’amministrazione cittadina. Visto che dopo la pandemia i flussi di turisti sono tornati a crescere, nel 2024 il Comune aveva deciso di ridurre di sette metri quadrati l’area per i tavoli all’esterno, ampliata nel periodo delle restrizioni pandemiche, e la Home Assisi ha fatto ricorso, perdendo davanti al Tar dell’Umbria. "Ho fatto un esposto alla procura e al Comune perché le altre attività non hanno subito lo pubblico interesse stesso trattamento", afferma Maisto. In particolare, secondo lui, l’amministrazione non ha preso lo stesso provvedimento con un altro ristorante, la Taverna dei consoli, del cognato dell’ex sindaca. Dall’amministrazione, però, fanno sapere che i controlli sono stati fatti su molte attività.

C’è un quinto ristorante nel loro giro. Nel corso del 2024 Home Assisi ha preso in affitto l’attività di una famiglia del luogo, la Trattoria de l’arco, subaffittata a novembre a una cittadina originaria dell’Albania.

Albergo Subasio, l'infiltrazione con vista su Assisi

Cucina umbra dall’Albania

Sempre in piazza del Comune, a due passi dalla Trattoria degli Umbri, al civico 38, c’è Vino e Cucina. Lo gestisce un’altra società, la Eat Assisi, costituita nel 2021 e amministrata da Dorina Selita, che detiene il 99 per cento delle quote, mentre l’1 per cento (dal valore di 100 euro) è di Denis Cuku, classe 2000. In precedenza questo ristorante era gestito dalla Eat Umbria, fondata dall’imprenditore assisano Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria, poi ceduta alla Emme Gestioni dei figli di Maisto, Pasquale e Caterina, e in seguito acquisita dai fratelli Arben e Arbion Cuku che infine l’hanno inglobata nella loro Biar. Arben è arrivato in Italia nel 1994, seguito dal fratello. "Fino al 2012 siamo stati nell’edilizia, ma con la crisi del settore abbiamo provato un nuovo settore come la ristorazione", spiega Arbion.

La Biar nel 2021 ha affittato alla Eat Assisi la gestione di Vino e Cucina e di altre due attività: il ristorante pizzeria Il Tempio, che affaccia sempre sulla piazza centrale di Assisi, di fronte al tempio di Minerva e accanto al municipio, e il ristorante Mangiar Divino. Gestiscono anche il ristorante La Lanterna, in via San Rufino 39, una via che parte dalla piazza del Comune e sale verso la chiesa dedicata al santo. Dalle visure si può ricostruire l’intricata storia dei passaggi di questo locale. Appartenuta per decenni alla famiglia di un assisano, Gino Chiavarini, che nel 2004 l’affitta alla società La Ristorazione, fondata dal padre di Luigi Maisto, Pasquale, e ora amministrata dalla moglie Ida Griffo, proprietaria al 95 per cento.

Nel 2005, dopo un anno di affitto, La Ristorazione compra l’attività di Chiavarini. Negli anni successivi, la gestione del ristorante passa ad altre società, tra cui la Pa.Ke.Do di Luigi Maisto, con sede a San Marcellino (Caserta), a Dorina Selita e poi ancora, nel 2015, alla Emme Gestioni dei figli di Maisto, Pasquale e Caterina. In passato, l’impresa dei due giovani e prima ancora un’altra società della famiglia (la Jamme Ja, chiusa nel 2021) avevano un’attività nei locali in via Pozzo alla Mensa, dove ora c’è un’osteria gestita da un’impresa fondata da altri due cittadini albanesi. Torniamo alla Lanterna. Nel 2017, anno in cui Luigi Maisto è tornato in Campania, Pasquale Maisto subaffitta la gestione alla Assisi Ristoranti A&A, ditta dei fratelli Cuku. Nel 2019, la Emme Gestioni chiude tutti i contratti di affitto, anche quello con La Ristorazione, la quale subito dopo rivende La Lanterna alla Biar. Ora La Lanterna è gestita della Eat Assisi di Dorina Selita, che è la moglie di Arbion, e Denis Cuku, figlio di Arben.

Tutti a tavola

I due gruppi familiari sembrano intrecciarsi. "Siamo amici al di fuori della ristorazione – afferma Luigi –. Già ci frequentavamo prima. Loro sono lavoratori, vengono dall’edilizia. Li ho conosciuti perché avevano fatto dei lavori in un ristorante di mia proprietà. Sanno cosa è il sacrificio". Adesso Sara Vilardo, la nuora di Maisto, è amministratrice di una società costituita il 21 giugno 2023, chiamata Ristorante Il Duomo. Il capitale di 100mila euro è stato versato dalla Biar srl dei fratelli Cuku. La Biar, che nel 2019 ha incorporato tre imprese (Bar Il Duomo Assisi, che era di Dorina Selita, la Assisi Ristoranti A&A e la Eat Umbria), possiede alcuni immobili nel centro storico di Assisi, tra cui i locali di via Francalancia 2, dove si trova il ristorante Mangiar Divino (in gestione dal 2015 e rilevato nel novembre 2024 per 20mila euro dalla Gestione Alberghi Riuniti di Simone Fittuccia), un immobile in vicolo della Fortezza, e i locali in via San Rufino, tra il 35 e il 41, dove si trova La Lanterna.

Nel 2023 la Biar ha ceduto alla società Ristorante Il Duomo la proprietà dei locali al piano terra di via Porta Perlici dove si trova il bar Il Duomo. Il locale, in passato gestito da Dorina Selita, era in affitto a un uomo di origine albanese, G.B., e ora a una impresa di nuova costituzione, di un’altra donna originaria dell’Albania. G.B., socio dell’impresa che gestisce l’osteria in via Pozzo della Mensa, ha ceduto le quote al suo giovane socio e ora lavora in un bar in via San Francesco intestato alla sorella. In definitiva, a ogni famiglia corrispondono quattro ristoranti in attività, e altri sono passati sotto la loro gestione. "Non è una cosa straordinaria – spiega Arbion Cuku –. Ci sono famiglie che ne hanno molti di più. Assisi è un paesino di 500 persone nel centro storico e girano chiacchiere. Noi lavoriamo dal mattino alla sera, non andiamo in vacanza e non stacchiamo mai. La ristorazione cambia e gli altri non si aggiornano". Anche Maisto sottolinea questo aspetto: "Non siamo gli unici ad Assisi ad avere più attività. Noi lavoriamo tantissimo: abbiamo locali che stanno in un posto dove si lavora per forza e se non lavori in questa situazione, allora non sei ristoratore ". I sospetti e le inchieste passate, però, gli provocherebbero delle difficoltà: "Avevamo in ballo dei finanziamenti che sono stati fermati ", conclude Maisto.

Articolo di Martina Cataldo, Andrea Giambartolomei e Sofia Nardacchione

Da lavialibera n° 32, Terra bruciata

La rivista

2025 - numero 32

Terra bruciata

Crisi idrica, incendi, mafie e povertà: chi guadagna e chi si ribella nella Sicilia delle emergenze

Terra bruciata
Vedi tutti i numeri

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar

Ogni terza domenica del mese, CapoMondi, la rassegna stampa estera a cura di Libera Internazionale