Agrigento, la Valle dei Templi (Foto di <a href="https://unsplash.com/it/@alexgoesglobal?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Alexandra Tran</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/una-statua-di-un-orso-che-giace-di-fronte-a-un-edificio-fP-SWfxhgBg?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Unsplash</a>)
Agrigento, la Valle dei Templi (Foto di Alexandra Tran su Unsplash)

Nel Sud Italia la cultura resta inaccessibile

Siti archeologici, teatri, musei e cinema. Nelle regioni meridionali i trasporti sono carenti e non permettono agli abitanti di godere delle tante ricchezze culturali che offre il territorio

Flavia Bevilacqua

Flavia BevilacquaGiornalista

1 maggio 2025

È pomeriggio e piazza Monte Grappa a La Martella, zona industriale di Matera, è soleggiata e quasi deserta. C’è qualche gatto che passeggia placido sulle tegole rosse degli edifici, poco sopra alla porta sbarrata della piccola biblioteca e a quella del teatro del borgo, mai inaugurato. A rompere il silenzio è il fruscio della scopa di Angela, che sta pulendo l’ingresso del suo bar. Ha 56 anni e vive a La Martella da quando è nata. Dice che è un posto "un po’ particolare", perché da queste parti tutto sembra rimanere fermo. "La biblioteca l’abbiamo pagata noi – racconta –, è stata realizzata per i bambini e i ragazzi ma purtroppo ha chiuso dopo neanche un anno perché non ci andava nessuno e non si organizzava più niente, i libri sono finiti tutti a Matera. Stessa sorte è toccata al teatro, che non ha neppure aperto per mancanza di personale. Anche perché, come si fa ad arrivare qui?".

Angela spiega che il quartiere è tra i più isolati dell’intera città, con due linee di bus e una sola corsa all’ora, l’ultima nel tardo pomeriggio. Di sera non passa niente. I lavori di costruzione della fermata Matera-La Martella, l’unico snodo ferroviario che avrebbe connesso la città alla stazione più vicina, sono iniziati nel 1986 ma la stazione non è mai entrata in funzione. A nulla sono serviti gli investimenti pianificati nel 2019 quando Matera è stata nominata Capitale europea della Cultura: la città è uno dei pochi capoluoghi di provincia italiani non collegati alla rete nazionale. La partecipazione culturale di una comunità non può essere garantita a tutti se non accompagnata da una mobilità efficiente.

Siti archeologici del Sud difficili da raggiungere

Il turismo, spesso massificato, finisce per seguire logiche estrattive, mordi e fuggi e circoscritte ad alcuni siti, senza tradursi in reale benessere per il territorio

Nelle regioni del Nord le reti di trasporto pubblico sono generalmente efficienti e capillari, mentre a Sud le infrastrutture arrancano, con servizi meno frequenti e connessioni limitate. I viaggi sono lunghi ed estenuanti e in molti casi le persone sono costrette a spostarsi in auto o in aereo, con il conseguente aumento dei costi.

Nel Meridione ci sono soltanto 181 chilometri di rete ferroviaria ad alta velocità (il 12,3 per cento del totale nazionale), in larga parte concentrati in Campania. Esiste un gap significativo nell’elettrificazione della rete: al Sud solo il 58,2 per cento, al Centro-Nord l’80 per cento. La differenza è notevole anche nell’estensione della rete autostradale, che al Sud è di 1,87 km su cento km quadrati, contro i 3,29 al Nord e i 2,23 al Centro.

Il divario nel sistema di trasporti ha conseguenze sull’attrattività delle aree interne del Sud, dove si trovano circa la metà di tutti i siti archeologici nazionali. Di questi, il 30,7 per cento è localizzato in Sicilia e Sardegna. Ed è un peccato perché nel 2023 la Valle dei Templi di Agrigento, la più estesa area archeologica europea e del Mediterraneo, ha superato il Museo Egizio di Torino per numero di visitatori, ma questo risultato non ha prodotto una trasformazione positiva dell’intera area.

Anzi, in questo modo il turismo, spesso massificato, finisce per seguire logiche estrattive, mordi e fuggi e circoscritte ad alcuni siti, senza tradursi in reale benessere per il territorio. La difficoltà a raggiungere i luoghi della cultura incide anche sui tassi di partecipazione dei cittadini che risiedono in quelle zone. Secondo l’Istat, il 26,5 per cento dei residenti del Centro-Nord ha visitato musei o mostre contro il 14,8 per cento dei residenti del Mezzogiorno. La tendenza non cambia guardando i numeri degli ingressi ai siti archeologici e delle visite ai monumenti: il 23,6 per cento al Centro-Nord e il 15 per cento nel Sud e nelle Isole. Sempre secondo l’istituto di ricerca, a determinare il divario sarebbe anche la rete di trasporto pubblico, che esclude chi vive in aree rurali e periferiche.

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Tagliati fuori

L’Istat ha osservato che le persone che partecipano con maggiore frequenza alle attività di intrattenimento hanno livelli d’istruzione elevati, confermando che l’accesso alle opportunità culturali è fortemente influenzato da fattori socio-economici. La scarsa offerta urbana e regionale di trasporto pubblico, non fa che acuire il problema e i cittadini con ridotta disponibilità finanziaria restano più isolati.

"Pensiamo a una persona senza macchina che vive in periferia e vorrebbe vedere un film in un cinema del centro città. Se i bus non passano finirà per rinunciarvi", dice Roberta Paoletti, che lavora per la Fondazione Giacomo Brodolini ed è esperta di politiche sociali europee, studi di genere e mobilità accessibile. Uno dei problemi, secondo Paoletti, è che sul tema della mobilità nelle regioni del Sud esistono pochi dati. "Andrebbe introdotta una prospettiva intersezionale, perché spesso chi non possiede un mezzo di trasporto privato sono le donne o le persone con un background migratorio. Senza dimenticare i disabili e gli anziani".

A Roma, il Municipio XI, insieme alla cooperativa Magliana Solidale, nel 2024 ha lanciato il progetto “Culturando Insieme 2”, che offre a residenti over 65 visite guidate, eventi musicali e teatrali a titolo gratuito. "Il problema – fa notare Paoletti – è stato riportare a casa in orari serali queste persone, vista la scarsa frequenza dei mezzi pubblici. Una società che diventa sempre più anziana dovrebbe affrontare seriamente il tema".

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Questione meridionale

Un’altra conseguenza dell’assenza di una rete capillare di trasporti è che gli eventi culturali quali mostre, concerti, spettacoli teatrali e festival, si organizzano soprattutto nel Nord. "I progetti coinvolgono sempre gli stessi posti – dice Rosanna Carrieri, dottoranda in Scienze del Patrimonio culturale e presidentessa del movimento Mi Riconosci? – i più centrali e meglio collegati. Tante persone restano escluse ed è frustrante visto che la cultura ci viene anche raccontata come uno strumento di riscatto sociale".

Come dimostra l’esempio di Matera, l’investitura a capitale italiana della cultura serve più che altro ad alimentare il turismo di massa, senza un ritorno tangibile per i residenti che in quei posti ci vivono tutto l’anno. Agrigento, che nel 2025 può fregiarsi del titolo, è alle prese con gravi carenze di mobilità pubblica (e non solo), e da anni i collegamenti con Palermo sono carenti. Non possono certo bastare qualche “bus della cultura” e le navette speciali acquistate per l’evento, soluzioni tampone che non risolvono nulla.

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