
Referendum 8 e 9 giugno, come votare da fuorisede e i quesiti

1 maggio 2025
Duecento metri. È la distanza che separa il cuore elegante di Palermo da Borgo Vecchio, uno dei quartieri più antichi e popolari della città. Un confine invisibile, ma capace di cambiare ogni cosa: i prezzi delle case, i livelli d’istruzione, le possibilità di lavoro e persino le prospettive di vita. In tre minuti a piedi ci si lascia alle spalle il teatro Politeama e si finisce davanti alla carcassa di un’auto bruciata, abbandonata al centro di un campetto annerito dalle fiamme. Quel posto è stato distrutto e ricostruito mille volte.
La Sicilia ha sete di buona politica
"Non esiste forse alcuna altra città italiana dove la ricchezza e la miseria siano così vicine, e dove la differenza fra la ricchezza e la miseria sia così profonda e oltraggiosa", scrisse più di quarant’anni fa Pippo Fava. È ancora così. Carmelo Pollichino, che presiede il gruppo di Libera a Palermo, ci guida nel quartiere: "Le due città non hanno rapporti tra loro: la parte ricca ignora quella povera, e quella povera vive ai margini, degli scarti e dei furti alla parte ricca".
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