Criptomafie

Un tempo erano i pizzini, i bigliettini di carta scritti a mano usati dalle mafie per comunicare. Oggi la criminalità organizzata è alla costante ricerca di tecnologie anti-intercettazione. In gergo, si chiamano criptofonini. In pratica, si tratta di sistemi per le comunicazioni criptate, cioè comprensibili solo a mittente e destinatario, basati su smartphone modificati nel software e/o nell’hardware per essere meno vulnerabili agli attacchi esterni. Sulla carta, strumenti perfetti per organizzare il traffico internazionale di droga. Ma la sicurezza assoluta è un'utopia: tutte le ex aziende leader nel settore – Sky Ecc, Encrochat e Anom –  non hanno garantito la riservatezza promessa, aprendo invece alle autorità una finestra sul narcotraffico.

Questo non impedisce alle mafie di affidarsi ad alternative sempre nuove, in un'eterna rincorsa con le forze dell'ordine. Da qui il nome di criptofmafie. Non esistono solo i criptofonini. I servizi che, in vario modo, permettono di aumentare il livello di protezione delle proprie comunicazioni via smartphone sono decine e di società che li offrono ne “vengono create di nuove ogni giorno”, mette in guardia il direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia) Maurizio Vallone, aggiungendo che al momento le compagnie monitorate sono più di 20, mentre si stima che in Europa gli utenti di questo tipo di sistemi siano circa 200mila. Il 10 per cento si trova in Italia.

“Usarli non equivale a essere legati alla criminalità organizzata – precisa Vallone –. C’è chi, ad esempio, se ne serve per proteggere i propri segreti aziendali dalle potenziali intercettazioni di imprese concorrenti. La riservatezza delle comunicazioni è importante per il mercato, come per la privacy dei cittadini, e le società di criptofonini, o di servizi simili, non sono illegali di per sé. Il problema è il loro utilizzo per attività illecite”. Per Vallone, è necessario un intervento legislativo europeo: “Le aziende che offrono questi servizi vanno obbligate a mettersi a disposizione dell’autorità giudiziaria, quando necessario”.

Un ricordo di Diabolik, il capo ultras della Lazio ucciso nel 2019, allo Stadio olimpico. Foto di Claudio Peri, Ansa

La società di Telich, l'uomo che criptava i telefoni di Diabolik, continua a fare affari

Si chiama Imperial Eagle, ha sede a Dubai, e vende i criptofonini – telefoni anti-intercettazione – usati da Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik: il capo ultras della Lazio, in affari con le mafie per il narcotraffico, ucciso a Roma nel 2019. Non …

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

I criptofonini No1BC

Da un narcos a un banchiere Usa: la società che vende criptofonini alle mafie

'Ndrangheta, camorra e clan albanesi usano le app di No.1 Business Communication (No1BC) per organizzare il traffico di droga. L'ultima conferma arriva da Eureka, l'operazione contro la 'ndrangheta che il 3 maggio 2023 ha portato all'arresto di …

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

Lorenzo Bodrero

Lorenzo BodreroGiornalista IrpiMedia

"Eureka", operazione internazionale contro le 'ndrine

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I carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno arrestato in Italia, Belgio e Germania 108 persone per traffico di droga e di armi da guerra. Molte di loro sono legate alle cosche della 'ndrangheta di San …

Redazione <br> lavialibera

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Criptofonini, alleati dei narcos (fino a prova contraria)

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Per organizzare il traffico internazionale di droga, la criminalità organizzata usa sistemi di comunicazione sempre più difficili da intercettare. Il procuratore antimafia: "Chi ha competenze informatiche è ormai essenziale"

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

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Melillo: "Tra mafie e mondo cyber, relazioni profonde"

Lo dice il procuratore nazionale antimafia a lavialibera, avvertendo: "Le mafie si servono di soggetti con competenze informatiche, che sono ormai diventati parte integrante delle organizzazioni e hanno il compito di garantirne l'impunità, …

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

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