Australia, 18 settembre 2024. L'Australian Federal Police arresta Jay Je Yoon Jung, 32enne ideatore e amministratore di Ghost (Foto dell'Australian Federal Police)
Australia, 18 settembre 2024. L'Australian Federal Police arresta Jay Je Yoon Jung, 32enne ideatore e amministratore di Ghost (Foto dell'Australian Federal Police)

Smantellata Ghost, piattaforma di criptofonini usata dai criminali del mondo

Un'operazione internazionale ha permesso di bucare i sistemi e intercettare i messaggi dei criptofonini col sistema Ghost, diffuso tra alcuni gruppi criminali dopo la chiusura di Encrochat, SkyEcc e altri. Arrestato in Australia il suo ideatore. In Italia arrestato un latitante della Sacra corona unita

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19 settembre 2024

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Sei giorni fa non si sapeva ancora, ma l’arresto di Giovanni Parlangeli, latitante della Sacra Corona Unita preso dalla polizia all'alba del 13 settembre, è stato possibile anche grazie allo smantellamento di una piattaforma di comunicazioni criptate, chiamata Ghost. Dopo Encrochat, Sky Ecc e altri, un altro sistema utilizzato da gruppi criminali (e non solo) in tutto il mondo per comunicare senza essere scoperti è stato “bucato”, intercettato e messo fuori uso. L’operazione è stata resa nota il 18 settembre nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’Europol, l’agenzia europea che coordina le indagini di polizia.

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Il sistema Ghost Ecc

“Il network era più piccolo di quello di Encrochat o Sky Ecc, ma oggi il panorama è più frammentato”Jean-Philippe Lecouff - vicedirettore esecutivo delle operazioni per Europol

Creato nel 2016 da un 32enne australiano di origine coreana, Jay Je Yoon Jung, arrestato ieri dall'Australian Federal Police, Ghost aveva guadagnato popolarità dopo la chiusura delle altre piattaforme grazie alle sue caratteristiche di sicurezza: nessuna informazione personale da dichiarare al momento dell’acquisto; tre standard di crittografia e l’opzione di cancellare tutti i messaggi con un codice specifico. Così la piattaforma di Ghost – venuta a 2.350 dollari australiani, pari a circa 1.400 euro, comprensivi di sei mesi di servizio e assistenza tecnica – si prestava a una vasta gamma di attività illegali, come i traffici di droga su larga scala, il riciclaggio di denaro e altri crimini. Secondo quando reso noto da Europol, a livello mondiale diverse migliaia di persone utilizzavano Ghost e circa mille messaggi venivano scambiati ogni giorno. “Il network era più piccolo di quello di Encrochat o Sky Ecc, ma oggi il panorama è più frammentato”, ha spiegato Jean-Philippe Lecouff, vicedirettore esecutivo delle operazioni per Europol. Ora vengono utilizzati più sistemi di comunicazione criptata, più piccoli. Però “a volte i network più piccoli hanno i criminali più importanti”, ha aggiunto.

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L'operazione internazionale

L’operazione è basata sulla cooperazione tra le autorità di nove paesi, perché i server erano in Francia e Islanda, in Australia vive l’amministratore e creatore del sistema – Jung, arrestato a casa dei suoi genitori, secondo i media locali – e le attività finanziarie erano negli Stati Uniti. La collaborazione è avvenuta grazie alla task force operativa istituita all’Europol nel marzo 2022 che ha coinvolto le autorità di Australia, Canada, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti. “Questa task-force è stata fondamentale nel mappare l'infrastruttura tecnica globale ed è stata capace di attaccarla identificando fornitori e utenti chiave della piattaforma, monitorando il suo utilizzo criminale e portando a termine lo sforzo coordinato per smantellarla”, ha illustrato Europol in un comunicato. L'Australian Federal Police ha "sviluppato una soluzione segreta per infiltrarsi in Ghost. L'amministratore ha regolarmente distribuito aggiornamenti software, proprio come quelli necessari per i normali telefoni cellulari. Ma l'Afp è stata in grado di modificare quegli aggiornamenti, che hanno sostanzialmente infettato i dispositivi, consentendo all'Afp di accedere ai contenuti sui dispositivi in ​​Australia", si legge nel suo comunicato. In questa maniera sono stati intercettati e raccolti migliaia e migliaia di messaggi.

La squadra di investigazione comune è stata istituita dall’Agenzia europea per la cooperazione tra le autorità giudiziarie (Eurojust) e ha permesso di definire una strategia per smantellare la soluzione telefonica criptata e lo scambio di informazioni e prove in tempo reale. Perché al fianco del lavoro di agenti ed esperti, è stato fondamentale la supervisione e la cooperazione tra autorità giudiziarie: come è avvenuto con Encrochat e SkyEcc, le attività di intercettazione telematica e lo scambio di informazioni devono seguire delle regole per tutelare la garanzia degli indagati. Fondamentale è stata l’esperienza francese nel settore: “La nostra esperienza con Encrochat ci ha permesso di capire più rapidamente come funzionano questi sistemi di comunicazione e contribuire all’azione giudiziaria, intercettare i dati, gestirli e condividerli”, ha dichiarato Bertrand Michel, vice capo della cybercrime unit della Gendarmerie.

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Il bilanciamento tra privacy e giustizia

"Le aziende private hanno il potere e le responsabilità di non lasciare che le loro piattaforme diventino un campo di gioco della criminalità organizzata”

“La nostra lotta non è contro la tecnologia, ma l’uso criminale – ha aggiunto Jean-Philippe Lecouff, spiegando che è una questione di bilanciamento tra privacy e giustizia –. Le aziende private hanno il potere e le responsabilità di non lasciare che le loro piattaforme diventino un campo di gioco della criminalità organizzata”. Per Europol “le aziende private che desiderano garantire l'uso dei propri servizi in conformità alla legge hanno anche un ruolo importante da svolgere. Devono assicurarsi che le loro piattaforme non siano rifugi sicuri per i criminali e dovrebbero fornire meccanismi per l'accesso legittimo ai dati sotto supervisione giudiziaria e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali”. Questo perché “le forze dell'ordine hanno bisogno di accesso alle comunicazioni tra sospetti per combattere crimini gravi. Questo può coesistere con la protezione della privacy, mentre viene garantita la sicurezza informatica e sono in atto forti salvaguardie e controlli legali”.

Il bilancio dell'operazione

Nel corso dell'operazione internazionale, 51 persone sono state arrestate: 38 in Australia, 11 in Irlanda, uno in Canada e uno, Giovanni Parlangeli, in Italia. David McLean dell’Australian Federal Police ha sottolineato che l’operazione – che in Australia ha assunto il nome Kraken – ha permesso di smantellare gruppi mafiosi italiani a Victoria, gang mediorientali e coreane a Sidney, o ancora gang di bikers, quasi tutte realtà attive nel traffico di droga. “Abbiamo prevenuto la morte e le lesioni di almeno cinquanta persone”, ha spiegato McLean nel corso della conferenza stampa. 

L’Europol ha già condiviso le informazioni con i suoi partner e altre indagini proseguiranno.

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