23 dicembre 2022
A vent’anni dalla Convenzione di Palermo, non possiamo in tutta sincerità dirci soddisfatti dei progressi fatti sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata internazionale. Non che non ne siano stati fatti, ma si tratta di una materia in cui l’ottimo paretiano (condizione da cui è impossibile migliorare ulteriormente la situazione senza danneggiare altri, ndr), per usare un termine econometrico, non esiste. C’è sempre margine per migliorare la qualità delle attività di analisi, repressione, controllo e, di prevenzione. Ancora oggi alcuni paesi europei non aderiscono alle piattaforme internazionali di contrasto alle organizzazioni criminali e, di fronte a tale situazione, non possiamo accontentarci di dichiarazioni d’intento pronunciate nei consessi internazionali o nei convegni accademici, poi contraddette dalla pratica. Non basta che si firmino dei protocolli d’intesa, quando poi restano delle scatole vuote, prive di contenuti pratici. Un esempio attuale: ancora oggi per tradurre una richiesta d’informazioni dall’italiano in una lingua straniera possono passare anche due mesi.
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