Con l'espressione movimento “no global”, o movimento anti-globalizzazione, si intende un insieme di realtà, gruppi e associazioni non governative, diverse tra loro ma accumunate dalla critica contro un certo tipo di globalizzazione, considerata fonte di inaccettabili disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo e all’interno delle società nazionali. Il movimento è stato indicato anche come "movimento per la giustizia globale" o "altermondialista", termine preferito dagli stessi protagonisti alla definizione "no global" (elaborata dai media di allora), perché sottolinea la proposta di un modello alternativo di sviluppo mondiale. Il termine è infatti legato allo slogan "Un altro mondo è possibile".
Il movimento è diventato famoso in tutto il mondo, per la prima volta, in occasione delle manifestazioni (e degli scontri) di Seattle del 1999, nei giorni dell’assemblea dei Paesi membri della Wto, rispetto ai quali si comincia a parlare di "popolo di Seattle". A gennaio 2001 a Porto Alegre, in Brasile, il movimento dà vita al primo Forum sociale mondiale (Fsm) in contrapposizione al World economic forum dei potenti della Terra. Lo stesso anno, dal 19 al 22 luglio, la rete è protagonista di un’ampia mobilitazione contro la riunione del G8 di Genova, poi soffocata da una violentissima repressione da parte delle forze dell’ordine. Tra i fatti di Genova tristemente più noti: la morte di Carlo Giuliani; l’irruzione di polizia e agenti speciali nella scuola Diaz dove si trovavano 93 giovani disarmati e semiaddormentati; la reclusione dei manifestanti nella caserma di Bolzaneto.