Il cosiddetto ergastolo ostativo è una misura con cui si nega agli ergastolani per reati gravi (tra cui mafia o terrorismo) che non hanno mai collaborato con la giustizia la possibilità di accedere alla liberazione condizionale dopo aver scontato almeno 26 anni di reclusione.
Introdotto nell’agosto del 1992, all’indomani delle stragi di Capaci e via D’Amelio, è insieme al carcere duro (41-bis) una delle architravi del regime penitenziario destinato ai mafiosi.
Tuttavia la Corte europea dei diritti umani nel 2019 e la Corte costituzionale hanno sollevato dubbi circa la legittimità di questa norma che non rispetterebbe alcuni diritti e principi.