30 aprile 2020
Far ripartire il Paese dopo la pandemia da coronavirus mettendo al centro i diritti sociali e garantendo trasparenza nella gestione degli appalti e tracciabilità del sostegno alle imprese. È il cuore della campagna GiustaItalia lanciata oggi da Libera assieme ad associazioni come Avviso Pubblico, Arci e Legambiente e ai maggiori sindacati italiani. Un manifesto di 18 proposte politiche da sottoporre a governo e Parlamento nella convinzione che "potremo superare questa profonda crisi solo se sapremo uscire dalla cultura dell’emergenza e affermare quella delle regole".
"L'abbiamo chiamata GiustaItalia perché non basta aggiustare: bisogna ripristinare verità, giustizia, libertà e la dignità delle persone – ha affermato Luigi Ciotti –. Altrimenti il cambiamento si ridurrà a un mero adattamento. Ecco allora il senso di GiustaItalia: un impegno per costruire un futuro davvero nuovo, un nuovo umanesimo, un patto di assunzione di responsabilità collettiva per rilanciare l'economia, abbattere le disuguaglianze sociali e le ingiustizie, per contrastare le diverse forme di povertà. Vi prego: non scambiamo per futuro il ritorno a una normalità malata. La lotta contro la pandemia può e deve essere anche l'occasione per risanare la nostra democrazia".
"L’Italia può ripartire davvero, dopo il lungo isolamento a cui è stata costretta dalla pandemia del Covid 19, solo se non si commettono gli errori del passato – si legge nel documento –. Quelli che hanno trasformato ogni emergenza, dai terremoti alla gestione dei rifiuti fino al dissesto idrogeologico, in una nuova opportunità di arricchimento e di crescita del potere delle mafie".
Il (falso) dilemma tra emergenza e trasparenza
"Oggi più che mai mafie, corruzione, ingiustizie si manifestano come volto di uno stesso male – ha affermato Ciotti –. Le mafie sono dei parassiti che uccidono, mangiano e inquinano dal dentro la società. Lo sapevamo, ma oggi scopriamo che anche la corruzione e la privatizzazione dei beni comuni possono essere strumenti di morte".
Anche le tangenti hanno effetti letali sui malati. Leggi l'analisi di Alberto Vannucci
"Non sarebbe così alto il numero delle vittime della pandemia se avessimo avuto un sistema sanitario più forte, in grado di monitorare, proteggere e curare con tutti gli strumenti necessari le persone. E prima ancora politiche sociali in grado di garantire quei diritti che stanno alla base di una democrazia viva: il lavoro, la casa, la scuola, la cultura. È necessario considerare le politiche sociali come un investimento, un volano di sviluppo, non un costo da contenere".
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