“Ad otto anni iniziai a familiarizzare con il mondo del carcere. Mi portavano per raccontare barzellette, recitare poesie di Eduardo De Filippo e di Eduardo Scarpetta. Avevo il compito di tirare su l’animo dei miei familiari che erano detenuti”. Da qui parte il racconto di Alessandro Gallo, attore, autore teatrale di 34 anni, marito e padre di due figli di stanza a Bologna, e anche scrittore di quattro romanzi. L’ultimo, Era tuo padre, è uscito pochi mesi fa edito da Rizzoli. Anche qui, come nelle opere precedenti, c’è la sua storia. Quella di un uomo che era un bambino irrequieto e si comportava secondo le logiche di un branco ammirando ed emulando i camorristi in lotta per il potere del suo quartiere, il rione Traiano, area Ovest di Napoli. “Sono arrivato in Emilia nel 2005. Ho tradito la città di cui è fatta la mia carne, ma non avevo scelta. Per il mio percorso di emancipazione era necessario un distacco violento con il mio contesto di origine. Venire qui per studiare al Dams mi ha permesso di guardare da una periferia il mio centro di vita che è, e sarà sempre, Napoli”. Alessandro sbarca all’ombra delle Due Torri un anno prima del secondo arresto di suo papà, Gennaro Gallo, uno stakeholder del clan Di Lauro: “La prima volta che fu arrestato mio padre aveva 58 anni. È stato un funzionario di banca, un imprenditore, un esponente politico. Oggi, dopo 12 anni di galera, vive a Napoli. È un anziano pensionato per il quale tutto quello che faceva nel e per il sistema non era camorra, ma imprenditoria”.