Credits: livejournal
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Coronavirus, requiem o rinascita?

La parola "paura" è stata sdoganata. Ogni giorno qualcuno spiega la preziosa funziona nella logica di sopravvivenza

Fabio Cantelli Anibaldi

Fabio Cantelli AnibaldiScrittore

Aggiornato il giorno 4 gennaio 2021

Se è vero che i pensieri nascono dalla vita e che dunque quelli dei filosofi sono di fatto autobiografie cifrate – Aut-Aut lo è di Kierkegaard come il Tractatus di Wittgenstein – a maggior ragione questo vale per quello che mi accingo a scrivere. Non sono uno scienziato né un esperto, ma del coronavirus sento di poter parlare perlomeno come potenziale vittima di altri virus e di uno in particolare, causa della sindrome tristemente nota con l’acronimo Aids. Insomma di virus me ne intendo, a mio modo, rientrando tra quelli che gli americani chiamano long-term survivors, sopravviventi oltremisura per cui, si potrebbe dire, ogni giorno in più è grasso che cola… Sono stato fortunato, toccato da qualcosa che non posso fare a meno di sentire come un privilegio se non un’ingiustizia, se penso ai tanti amici e care persone, tra cui una fidanzata, che a causa di quel virus sono morte.

La rivista

2024 - numero 27

Fame chimica

Non solo fentanyl, in Europa cresce la dipendenza da farmaci e nuove droghe. Diversi tipi di oppiaceo, oltre l'eroina, sono documentati nel 74 per cento delle morti per overdose in Europa, spesso in combinazione con alcol e altre sostanze. In Italia, record di 15-19enni che nell'ultimo anno hanno fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica: nel 2023 sono stati oltre 280mila.

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