(Foto Jakob Owens - Unsplash)
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Lettori merce rara (social esclusi)

Crollano le vendite dei giornali e non piacciono più i siti web dei quotidiani, ma sempre più giovani si informano tramite app

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

3 maggio 2021

La buona notizia è che ci si informa ancora. Ma in modo diverso rispetto al passato. Il crollo delle vendite dei giornali è ormai un dato di fatto: nel 2020 il quotidiano Il Post ha confrontato i numeri del 2019 dell'Accertamenti diffusione stampa (Ads), la società che certifica le copie cartacee e digitali messe in circolazione dagli editori, con quelli del 2013 scoprendo che in sei anni la diffusione del Corriere della sera, la prima testata italiana, si è ridotta di oltre il 40 per cento. Di contro, l'utenza Internet è cresciuta raggiungendo nel 2020 il 79,3 per cento della popolazione italiana: circa il 20 per cento in più rispetto al 2013. "È il dato da cui bisogna partire per capire come sia cambiato il modo di informarsi", dice Federica Cherubini, responsabile della leadership del Reuters Institute, il centro di ricerca dell'università di Oxford dedicato allo studio dei media. "La Rete ha trasformato le dinamiche di fruizione e produzione delle notizie. Sembra un'affermazione banale, ma non si può inquadrare quanto sta accadendo senza considerare questo passaggio".

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Fame chimica

Non solo fentanyl, in Europa cresce la dipendenza da farmaci e nuove droghe. Diversi tipi di oppiaceo, oltre l'eroina, sono documentati nel 74 per cento delle morti per overdose in Europa, spesso in combinazione con alcol e altre sostanze. In Italia, record di 15-19enni che nell'ultimo anno hanno fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica: nel 2023 sono stati oltre 280mila.

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