Slow Journalism

Lo Slow Journalism come orizzonte per salvare i giornali ma anche per disintossicare i lettori. Slow Journalism come slow food, per informarsi meglio, in maniera più sana. Un giornalismo lento, che non rincorre le breaking news, si prende il tempo per pensare e per mettere insieme tutti i tasselli di una storia. Un giornalismo che serve, quindi, nel senso più autentico del termine, e che sa essere antidoto contro le fake news e la pratica del clickbait.

 

A coniare il neologismo inglese è stato Peter Laufer, autore del libro Slow Journalism – Manifesto per un consumo critico dell’informazione. Negli ultimi anni, la riflessione sul tema si è allargata, si è infiltrata anche nelle stanze del giornalismo mainstream, saldandosi alle discussioni sul data journalism o giornalismo di precisione e al tema della sostenibilità dei progetti editoriali. Riflettere sul giornalismo può sembrare un passatempo per addetti ai lavori. In realtà, significa soprattutto parlare del diritto di chiunque a essere informato correttamente e dunque anche di democrazia, giustizia e libertà.

5 maggio 2021, Michele Santoro ospite di Bruno Vespa nello studio di "Porta a Porta" (Riccardo Antimiani/Ansa)

Talk show, il grande vuoto in prima serata

Prima il Covid, poi la guerra in Ucraina hanno dato nuova linfa ai talk show, animati dalla spasmodica ricerca di personaggi capaci di scatenare polemiche, fare ascolti e poi click. Così le notizie si perdono in una mare di chiacchiere

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

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Annegare in un mare di input superflui

Annegare in un mare di input superflui

Abbiamo fatto dipendere la nostra sopravvivenza dalla produzione di informazioni culturali: che ne sarà allora della nostra umanità ora che tale produzione è fuori controllo?

Francesco Remotti

Francesco RemottiProfessore emerito di Antropologia culturale dell'Università di Torino

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Domenico Iannacone

Domenico Iannacone: "In tv ho vinto l'assillo della velocità"

Il giornalista con la passione per la lentezza narrativa torna su Rai3 con il suo programma "Che ci faccio qui": "Molti colleghi hanno l'ossessione degli ascolti. Trattano di tutto senza parlare di niente"

Gabriele Cruciata

Gabriele CruciataGiornalista

(Foto Jakob Owens - Unsplash)

Lettori merce rara (social esclusi)

Crollano le vendite dei giornali e non piacciono più i siti web dei quotidiani, ma sempre più giovani si informano tramite app

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

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(Creative Christians/Unsplash)

Un'ora di informazione da ventenne

Solo i mezzi di comunicazione possono accedere alle fonti primarie delle notizie per renderle comprensibili e consumabili. Ma alla fiducia concessa dai giovani lettori devono corrispondere testate e siti affidabili

Lorenzo Pirozzi

Lorenzo PirozziStudente di Sviluppo e cooperazione internazionale all'Università di Bologna

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