30 anni fa il primo numero di Narcomafie, "per contarci, per contare", scriveva Ciotti

Nel 1993 usciva "Narcomafie", mensile di informazione fondato dal Gruppo Abele: "Non una rivista per addetti ai lavori, ma uno strumento a disposizione delle molte realtà che da anni lavorano, nell'ambito del sociale, dei movimenti pacifisti e delle associazioni ambientaliste, per produrre cultura di solidarietà e di impegno", scriveva Luigi Ciotti

Luigi Ciotti

Luigi CiottiDirettore editoriale lavialibera

17 febbraio 2023

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Il 17 febbraio 1993 usciva il primo numero di Narcomafie, rivista fondata dal Gruppo Abele con l'intento di fare informazione su mafie, criminalità e droghe, ma anche su dipendenze, povertà e marginalità: "Non una rivista per addetti ai lavori, ma uno strumento a disposizione delle molte realtà che da anni lavorano, nell’ambito del sociale, dei movimenti pacifisti e delle associazioni ambientaliste, per produrre cultura di solidarietà e di impegno", scriveva Luigi Ciotti nel primo editoriale, che riproponiamo qui sotto. Lavialibera è figlia di questa storia. 

Il progetto vedeva la luce pochi mesi dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio e precedeva di pochi anni la costituzione di Libera. "Proprio il giorno in cui Borsellino se n'è andato, eravamo a Palermo per discutere un testo per le scuole sulla criminalità organizzata", ricordava Ciotti durante un incontro di presentazione. Dopo uno scambio di vedute con Gian Carlo Caselli, Livio Pepino, Ezio Mauro, Santo Della Volpe e Filippo Gentiloni nasceva l'idea di "creare uno strumento che potesse arrivare alla gente, in edicola. Sembrava folle, ma nel Gruppo di follia ce n'è parecchia e quindi abbiamo colto la sfida di un mensile di informazione, riflessione e documentazione".

Nel 2019 dal progetto Narcomafie è nata lavialibera, il bimestrale che porta avanti una tradizione ormai trentennale.


La prima pagina edl primo numero di Narcomafie dedicato all'espansione di Cosa nostra nell'Est Europa dopo il crollo del muro di Berlino e di alcuni regimi comunisti
La prima pagina edl primo numero di Narcomafie dedicato all'espansione di Cosa nostra nell'Est Europa dopo il crollo del muro di Berlino e di alcuni regimi comunisti

Narcomafie è un nuovo mensile di informazione, riflessione e documentazione: ciò che ci ha spinto ad avviare questa iniziativa – che non è solo la pubblicazione di un periodico – è l’intento di non essere una rivista per addetti ai lavori, ma strumento a disposizione delle molte realtà che da anni lavorano, nell’ambito del sociale, dei movimenti pacifisti e delle associazioni ambientaliste, per produrre cultura di solidarietà e di impegno, al Sud come nel Nord Italia, nel nostro Paese ma anche in molti altri stati di quello che viene definito "Sud del Mondo".

Narcomafie è un’iniziativa del Gruppo Abele ma alla sua realizzazione, da subito, partecipano molte persone e realtà nazionali ed internazionali. Questo non solo perché si ha coscienza dei limiti delle risorse, culturali ed economiche di ciascuno, ma anche perché pensiamo che collaborazione, cooperazione, e lavoro comune non possano restare slogan ma debbano diventare strategia ordinaria. Solo così, assieme e sostenuti da quelle forze istituzionali che stanno lavorando in questa direzione, si potrà andare verso una mobilitazione civile capace di rispondere ai fenomeni criminali e alla violenza. Una mobilitazione dunque innanzitutto di tipo culturale, che sappia andare alle radici delle distorsioni, delle violenze che al Sud come al Nord, fanno parte del vivere comune, dell’operare nel pubblico come nel privato nel ricorso sempre più frequente, fino ad esserne quasi "legittimata", all’illegalità. Senza operare questo cambiamento di modo, di assunzione personale di responsabilità nessun esercito potrà sconfiggere ciò che spesso, il suo stesso mandante – lo Stato – ha contribuito a generare. Il nostro contributo si affianca alle iniziative già esistenti, e a quelle che stanno partendo. Una voce, quella di Narcomafie, che vuole essere veicolo di quello che i cittadini hanno da dire facendosi ascoltare per le cose che vengono dette, per la documentazione che sorreggerà tesi ed affermazioni, denunce ed esperienze, senza retorica. Un luogo di dibattito e di ascolto per affrontare temi "difficili" ma che oramai tutti abbiamo compreso, non lontani da ciascuno di noi.

 L'editoriale di Ciotti dal primo numero de lavialibera: Costruire un mondo realmente diverso

Tutti subiamo tagli alla spesa pubblica, particolarmente penalizzanti sanità, assistenza e pubblica istruzione. Tutti subiamo un’informazione a volte manipolata, altre volte disattenta o non messa in grado di funzionare. E intanto le carceri sono sempre più affollate, le politiche del "rinchiudere" passano sulla politica dell’educare

Temi complessi e legati tra di loro: narcotraffico, mafia e mafie, corruzione politica, violenza. Parlare di questo significa affrontare il tema della giustizia, del ruolo delle istituzioni, dei valori di riferimento di ciascuno di noi, della democrazia e della partecipazione responsabile alla vita civile. Sono temi che riguardano tutti, nessuno escluso. Perché nessuno è fuori dal problema del lavoro e del non lavoro, dall’assenza di servizi, di programmi preventivi per temi quali la tossicodipendenza, l’Aids, la salute nel suo complesso. Tutti subiamo tagli alla spesa pubblica, particolarmente penalizzanti sanità, assistenza e pubblica istruzione. Tutti subiamo un’informazione a volte manipolata, altre volte disattenta o non messa in grado di funzionare, di dire, di sapere. E intanto le carceri  sono sempre più affollate, le politiche del "rinchiudere" passano sulla politica dell’educare. E non in seguito a discussioni e dati che giustifichino queste scelte, ma a suon di decreti, che per loro natura dovrebbero essere usati in casi di estrema necessità.

Leggi gli editoriali di Luigi Ciotti

Affrontare il tema del narcotraffico e delle organizzazioni criminali significa anche rileggere i rapporti tra Paesi ricchi e quelli poveri, gli intrecci con il mercato delle armi, le connivenze con i conflitti etnici e le guerre, i rapporti tra miseria ed abbondanza, tra sfruttamento e consumismo sfrenato

L’atteggiamento di alcune forze, di alcune persone, oggi è a dir poco, arrogante. Non stupisce che cresca la rabbia, la rassegnazione, la sfiducia nelle istituzioni, nello Stato. Sentimenti a volte non espressi o poco conosciuti ma sono tante, sono migliaia le persone – giovani ed anziani, donne e uomini, italiani e stranieri – che oggi non hanno voce o che vengono in tanti modi, fatte tacere. Senza dimenticare che affrontare il tema del narcotraffico e delle organizzazioni criminali significa anche rileggere i rapporti tra Paesi ricchi e quelli poveri, gli intrecci con il mercato delle armi, le connivenze con i conflitti etnici e le guerre, i rapporti tra miseria  ed abbondanza, tra sfruttamento  e consumismo sfrenato, in una logica che riveli le interdipendenze che nel bene e nel male ci accomunano.

L'editoriale di Elena Ciccarello dal primo numero de lavialibera: Un giornalismo che serve

Bisogna intervenire con una strategia ampia, non di "emergenza". Significa creare le condizioni perché la gente possa accedere ad alcuni diritti/doveri fondamentali. Tra questi un’informazione ampia, corretta e trasparente

Per rispondere a tutto questo non bastano più i discorsi o proclami magari in concomitanza con campagne elettorali. Bisogna intervenire con una strategia ampia, non di "emergenza". Significa creare le condizioni perché la gente possa accedere ad alcuni diritti/doveri fondamentali. Tra questi un’informazione ampia, corretta e trasparente ed una formazione specifica (per insegnanti, genitori, responsabili di gruppi, associazioni, operatori). Vuol dire operare affinché l’educazione e la prevenzione non siano delegati a pochi esperti ma diventino patrimonio di tutti. Significa educare alla solidarietà, alla nonviolenza, alla tolleranza, ai diritti e doveri a cui ogni cittadino è chiamato ricordando – in particolare ai pubblici amministratori – che chi ha più potere ha più dovere, responsabilità morale non solo legale. Questi, io credo, noi crediamo, sono alcuni dei percorsi obbligati, per cambiare. In questo ambito hanno un ruolo rilevante le Chiese, con le quali occorre confrontarsi e collaborare. Chiese che, se fedeli alla loro natura di germe di unità e di speranza, contribuiscono a risanare le strutture sociali e possono essere forte supporto alla ricostruzione di storie di fatica e violenza, di degrado sociale e di corruzione. La Chiesa, le Chiese, accanto a tante altre forze laiche possono esprimere con – e a nome di chi non ha voce – assieme alla rabbia o alla rassegnazione, tanta voglia di giustizia, che è poi voglia di Stato, ma diverso.

Narcomafie cercherà, da queste premesse, di fare la sua parte con il contributo di quanti di voi che leggete questo primo numero, vorranno portare, attraverso suggerimenti e proposte. Narcomafie non è solo un mensile, ma una associazione di cui potrete fare parte, attivamente, concretamente, per contarci, per contare.

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