Su economia e clima si gioca il futuro degli Stati Uniti

Per non consegnare il Paese agli emuli di Trump, il presidente Biden dovrà concentrarsi sulle sfide globali. Lo frena il Medio-oriente

Alberto Flores D'Arcais

Alberto Flores D'ArcaisGiornalista, ex corrispondente di Repubblica dagli Stati Uniti

19 luglio 2021

Dopo i fatidici primi cento giorni trascorsi nello Studio Ovale, il presidente Usa Joe Biden  ha ricordato – nel suo discorso al Congresso del 28 aprile – le linee-guida della sua presidenza. Un cambio di marcia radicale rispetto al predecessore Donald Trump, l’enfasi nell’affrontare le sfide interne (razzismo, infrastrutture e istruzione), il cambiamento climatico, la tassazione sui patrimoni milionari (aziende e singoli), l’apertura sull’immigrazione. Infine, ultima ma non per importanza, una politica estera radicalmente diversa.

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Iniziata con il rientro degli Usa negli accordi di Parigi sul clima e nell’Organizzazione mondiale della sanità, con un intenso lavoro diplomatico sotto traccia per riaprire il dialogo con l’Iran, con la diminuzione progressiva dell’impegno americano nelle zone calde (Medio oriente e Afghanistan in primis, compreso il ritiro dei soldati). Un disimpegno da quelle che il dipartimento di Stato ha catalogato alla voce «aree impantanate» per concentrarsi su quello che Biden ha identificato come il principale avversario di oggi, la Cina.

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