Borgo di Vione, la prima gated community italiana

Sorta nel 2011 nella cascina più grande della Lombardia, Borgo di Vione è considerata la prima gated community italiana. Si tratta di fatto di una frazione del comune di Basiglio della città metropolitana di Milano

Simone Bauducco

Simone BauduccoVideo reporter freelance

28 gennaio 2020

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Tutti gli spazi di questa città nella città, chiusa e sorvegliata, sono pedonabili e le strade interne percorribili solo con auto elettriche. In aggiunta, tutto il territorio è vincolato da un’apposita convenzione che l’ha reso inedificabile.

Nulla potrà mai infrangere la pace e la tranquillità dei residenti di Borgo di Vione, prima gated community italiana. Come vanta il sito della struttura: «Gli unici rumori che si sentono sono le risate dei bambini che giocano in piena autonomia, ma costantemente sotto controllo, tra le siepi e gli alberi dei giardini». 

I prezzi degli alloggi si aggirano tra i 3300 e i 4200 euro al metro quadro. All’interno del borgo paradisiaco sono presenti tutti i servizi necessari e di più: dal ristorante alla biblioteca, dall’antica chiesetta a una moderna spa. 

Accanto alla bellezza del vivere in un luogo tranquillo ed esclusivo al tempo stesso, il principale fattore di attrazione sembra, però, essere la sicurezza che esso garantisce. Oltre alle mura già presenti, costruite nel XIII secolo per difendere dalle guerre del ducato di Milano quella che all’epoca era una comunità agricola benedettina, il complesso è sorvegliato da decine di telecamere e l’ingresso è controllato da un guardiano. Per accedervi, i non residenti hanno bisogno di un’apposita autorizzazione.

È sempre sul sito della struttura che si legge: «La sicurezza del vivere a Vione è assoluta: accanto agli ingressi principali è costantemente attivo un servizio di custodia a disposizione degli abitanti del borgo, mentre sulle antiche mura che cingono l’insediamento e al suo interno è installato un servizio di videosorveglianza all’avanguardia e sempre in funzione […]. È possibile, come una volta, vivere tranquilli lasciando aperta la porta di casa»

Da lavialibera n° 1 gennaio/febbraio 2020

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