4 ottobre 2023
Il prossimo 7 ottobre a Roma si svolgerà la manifestazione nazionale “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione” promossa da centinaia di realtà sociali e sindacali tra cui Libera e la Rete dei Numeri Pari. Saremo in piazza perché siamo tutte e tutti preoccupati dalla violazione dei princìpi costituzionali di solidarietà, uguaglianza e indivisibilità della Repubblica che si verificherebbe se venisse attuato il progetto eversivo di Autonomia differenziata contenuto nel ddl Calderoli.
Siamo passati dalla pandemia delle disuguaglianze alla variante criminalità
L’entrata in vigore dell’Autonomia differenziata spaccherebbe il Paese realizzando un regionalismo asimmetrico competitivo e non solidale, rappresenterebbe una resa dello Stato immotivabile, accettando le differenze e istituzionalizzando la povertà e questo per le mafie sarebbe un enorme vantaggio. Per averne la conferma è sufficiente vedere come hanno sfruttato questi 15 anni di crescita costante della povertà. Oppure ricordarsi della crescita di tutti i reati spia durante la pandemia, proprio per le enormi differenze regionali emerse in termini di accesso ai servizi, la salute su tutti. Siamo passati dalla pandemia delle disuguaglianze alla variante criminalità.
Bindi: "L'autonomia differenziata rischia di frantumare l'Italia. Per questo va fermata"
Anche il welfare sostitutivo mafioso, che abbiamo visto esplodere a causa dei tagli alle politiche sociali, avrebbe un’impennata con l’autonomia differenziata, consentendo alle mafie di offrirsi come unica soluzione nelle periferie abbandonate dalla politica e dalle istituzioni dove troppo spesso le attività di mutualismo solidale portate avanti dalle realtà sociali rappresentano l’unica risposta alla solitudine e all’isolamento.
Lo Stato con il ddl Calderoli dichiara che non è più disposto a garantire livelli essenzialidelle prestazioni su tutto il territorio nazionale, istituzionalizzando le disuguaglianze e l’esclusione sociale, violando i principi di uguaglianza, solidarietà e indivisibilità
Lo Stato con il ddl Calderoli dichiara che non è più disposto a garantire livelli essenziali (meglio sarebbe dire uniformi) delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, riconoscendo e istituzionalizzando le disuguaglianze e l’esclusione sociale, violando i principi di uguaglianza, solidarietà e indivisibilità della Repubblica. Per questo è un progetto inquietante che va combattuto e fermato. Non va bocciato solo perché pericoloso ma soprattutto perché non rappresenta una soluzione per il Paese quanto piuttosto un vantaggio per pochissimi a danno perpetuo della maggioranza tanto al Nord quanto al Sud.
Abbiamo bisogno di riforme che uniscono e non che dividono l’Italia. La priorità dunque non è attuare il ddl Calderoli ma garantire diritti sociali e una vita dignitosa a milioni di persone che oggi vivono in condizioni di esclusione sociale e povertà e che subiscono ogni giorno il ricatto delle mafie sui territori. Per questo abbiamo la responsabilità e il dovere di fermarlo.
Saremo in piazza con questi obiettivi e con queste proposte, avendo come unica stella polare la nostra Costituzione e con la consapevolezza che solo la partecipazione e l’impegno della cittadinanza in questa fase storica siano in grado di cambiare la situazione dinanzi a noi. Associazioni, cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, case delle donne, reti studentesche, centri antiviolenza, parrocchie, comitati di quartiere, circoli culturali, luoghi delle donne, scuole pubbliche, biblioteche popolari, centri di ricerca, presidi antimafia, progetti di mutualismo sociale, spazi liberati, fabbriche recuperate, fattorie sociali e cittadine e cittadini. L’appuntamento per il concentramento del corteo è in Piazzale dei Partigiani alle ore 12:45.
Sfileremo insieme per le strade di Roma, fianco a fianco, dietro allo striscione della Rete dei Numeri Pari, ciascuno con i propri simboli di riconoscimento.
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