Roma, 28 giugno 2023. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante un intervento alla Camera dei Deputati
Roma, 28 giugno 2023. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante un intervento alla Camera dei Deputati

La sindrome non-democratica dell'attuale governo

Nel nostro Paese sopravvive un blocco conservatore che non ha mai pienamente accettato i contenuti della nostra Costituzione. Ma paura e diseducazione democratica sono una miscela esplosiva di fronte al precipitare delle crisi attuali

Rosy Bindi

Rosy BindiEx ministra della Salute, presidente Commissione antimafia nella XVII legislatura

12 settembre 2023

Il sistema politico italiano soffre da sempre di un male oscuro. Oscuro non perché sconosciuto, ma perché negato o quanto meno sottovalutato. La sua origine è sicuramente legata a numerosi fattori, eppure la sua causa principale è la non piena accettazione del contenuto della nostra democrazia, della sua forma di Stato e di governo, dei suoi principi di uguaglianza sostanziale. Ne discende una diffusa incultura democratica che colpisce anche le classi dirigenti, i parlamentari, i componenti del governo, il mondo dell’informazione.

Sopravvive un blocco, fortemente conservatore, che non si è mai rassegnato a vivere in un Paese regolato dalla Costituzione “più bella del mondo”. Potremmo ripercorrere la storia della Repubblica italiana ed evidenziare le tante manifestazione di questo male oscuro, i tanti sintomi che si sono manifestati nel tempo. Per esempio, ricordando le evidenze rappresentate dal terrorismo, dalle stragi, dalla criminalità mafiosa, dalle massonerie deviate, dai tentativi di colpi di Stato orchestrati da esponenti delle istituzioni collusi, dai tanti fatti e misfatti mai chiariti, per soffermarci poi su comportamenti, scelte e parole di alcuni rappresentati delle istituzioni.

La differenza tra governo e comando

"La vera differenza tra le democrazie e i regimi illiberali non sta nella normale alternanza al potere in virtù del consenso elettorale, ma nella certezza che chiunque sia chiamato a esercitarlo legittimamente lo faccia nel rispetto di regole condivise e accettate da tutti"Rosy Bindi

Un’affermazione tra le più ricorrenti portata a sostegno delle scelte di governo è: abbiamo vinto le elezioni e ora tocca a noi onorare gli impegni che ci siamo assunti in campagna elettorale. Il copyright di questa affermazione va sicuramente riconosciuto a Silvio Berlusconi che, a partire dal 1994, l’ha ripetuta spesso per legittimare le sue scelte più controverse. Ma negli anni ha avuto molti seguaci che, anche nell’attuale governo, stanno dando prova di aver appreso fin troppo bene la lezione. La vera differenza tra le democrazie e i regimi illiberali non sta nella normale alternanza al potere in virtù del consenso elettorale, ma nella certezza che chiunque sia chiamato a esercitarlo legittimamente lo faccia nel rispetto di regole condivise e accettate da tutti, a prescindere dall’orientamento politico.

Un governo infastidito dai controllori

Mi preoccupa l’umiliazione quasi quotidiana delle fondamentali regole della Costituzione, come il fastidio e il disprezzo per le istituzioni di garanzia

La rivista

2023 - numero 22

Economia 'ndranghetista. Altro che locale

Con i criptofonini, i clan della Locride gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull'Aspromonte jonico. Tramite il "denaro volante", sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani. Con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei. L'ultimo numero de lavialibera offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l'hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka

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