Lo Juventus Stadium (Roberto Defilippi/Flickr/CC BY-NC-ND 2.0)
Lo Juventus Stadium (Roberto Defilippi/Flickr/CC BY-NC-ND 2.0)

Qui Torino. Un patto tra boss per la pace nella curva della Juventus

Una serie di indagini della Direzione distrettuale antimafia di Torino ha rivelato la presenza di criminali nella curva della Juventus. I boss mediavano per i contrasti tra gruppi di tifosi

Redazione <br> lavialibera

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2 settembre 2024

C’era Andrea Puntorno, capo ultras dei Bravi ragazzi, che trafficava droga e arrotondava con i biglietti, "anche 30mila euro nelle partite più importanti", dichiarava sua moglie. C’erano i criminali rumeni della Brigada Oarza che avevano costituito un gruppo nella curva sud, i Templari, ma c’erano anche alcuni appartenenti alla ’ndrangheta che si erano interessati al bagarinaggio dei biglietti della Juventus.

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Il 1° luglio 2016 la Squadra mobile di Torino, coordinata dalla Dda, ha rivelato la presenza di alcuni uomini legati alla cosca Pesce-Bellocco nello Juventus Stadium. In particolare un giovane, Rocco Dominello, era riuscito a entrare in contatto con la dirigenza della Juventus e ottenere dei biglietti: "Ho la percezione che abbia un’influenza abbastanza forte all’interno della curva", diceva di lui il responsabile della biglietteria della Juve. Il processo – segnato dalla morte di un testimone di rilievo, l’ex ultras Raffaele Bucci, archiviata come suicidio – è terminato con la condanna definitiva di Rocco Dominello e di suo padre Saverio. È stato quest’ultimo a rivelare l’interessamento di altri importanti boss locali nell’affare dei biglietti. Secondo il tribunale "la ’ndrangheta si è di fatto imposta nel tifo organizzato, esercitando un vero e proprio controllo nei gruppi che supportano la Juventus".

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La vicenda ha incrinato i rapporti tra società e ultras, e il club alla fine del campionato 2017-18 ha abolito una serie di “privilegi” riservati in passato a questi gruppi. Nel 2019 la Digos di Torino, nell’ambito dell’inchiesta Last banner avviata dopo una denuncia del club bianconero (sollecitata dal questore), ha arrestato dieci ultras azzerando le principali tifoserie, tra cui i Drughi, Tradizione-Antichi valori e Nucleo 1985. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. La questura, poco dopo, ha emesso 18 Daspo, quattro dei quali – per la prima volta – della durata di 10 anni. Secondo l’accusa, dalle intercettazioni emergeva una "precisa strategia estorsiva" dei gruppi ultras contro il club. Per fare pressione e ottenere abbonamenti e biglietti, i Drughi avevano anche intonato cori razzisti allo stadio, episodio per il quale la Juventus era stata sanzionata. Ad aprile 2024, la Corte d’appello ha inasprito le condanne inflitte in primo grado a sei ultras: la più alta (8 anni) per Gerardo “Dino” Mocciola, leader dei Drughi.

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