Bateyes, le piantagioni ghetto

In Repubblica Dominicana le Bateyes sono comunità agricole abitate da migranti haitiani che coltivano la canna da zucchero. Un popolo discriminato, messo ai margini della società

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Yarin Trotta del VecchioFotografo

1 settembre 2025

“Non so se caffé e zucchero siano essenziali alla felicità dell’Europa, so però bene che questi due prodotti hanno avuto molta importanza per l’infelicità di due grandi regioni del mondo: l’America fu spopolata in modo da aver terra libera per piantarli; l’Africa fu spopolata per avere le braccia necessarie alla loro coltivazione”.

 Bernardin de Saint-Pierre, 1773

La Repubblica Dominicana è il paese della regione caraibica che più di altri negli ultimi anni ha visto crescere il turismo. Nel 2024 ha superato il record di 11 milioni di visitatori, ma nelle zone rurali molte persone vivono in uno stato di sfruttamento, precarietà e discriminazione. Da quando all’inizio del XVI secolo, dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo, fu piantata la prima canna da zucchero nell’isola di Hispaniola, e il prodotto divenne il bene più richiesto della regione, migliaia di vite sono state consacrate totalmente a questa coltivazione e lo Stato dominicano si è imposto come uno dei maggiori esportatori al mondo.
Bateyes sono comunità agricole disperse tra le piantagioni del territorio dominicano, abitate principalmente da lavoratori migranti haitiani impiegati nel taglio della canna da zucchero e dalle loro famiglie.

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