Noi siamo la Terra: impattare meno non basta

Non è sufficiente essere consumatori sensibili: dobbiamo riconoscere diritti, tutela e titolarità giuridica ad altre entità viventi a prescindere dai nostri. Nel nuovo libro "Radical choc. Diritto alla salute, collasso climatico e biodiversità", le riflessioni di De Marzo per la rubrica de lavialibera

Giuseppe De Marzo

Giuseppe De MarzoCoordinatore della Rete dei Numeri Pari

Aggiornato il giorno 16 settembre 2020

** Nel suo ultimo libro "Radical choc. Diritto alla salute, collasso climatico e biodiversità", edito da Castelvecchi e in libreria da oggi, Giuseppe De Marzo traccia un "manifesto del cambiamento” per un nuovo inizio.

Garantire continuità all’esistenza di tutte le specie viventi è l’unica strada per preservare il diritto a vivere nostro e delle generazioni future. Dovrebbe essere questa la grande conquista culturale da condividere per uscire dalla crisi: questo raccontano la “fragilità” e “l’interdipendenza” tra noi e tutto il resto della comunità della vita. La cooperazione, non la competizione, è alla base dell’evoluzione, come da tempo ha dimostrato la biologia. Le specie disposte a cooperare, scambiare e condividere, hanno molte più possibilità di sopravvivere ed evolvere. La vita procede spesso attraverso accordi di cooperazione che consentono di massimizzare il risultato per tutte le parti in causa nel lungo periodo. Il significato che se ne ricava è semplice quanto immediato: tutte le entità viventi hanno diritto di esistere, perché nessuno è uno scarto.

Negli ultimi anni i problemi più importanti con cui misuriamo la nostra vita sono tutti interconnessi e interdipendenti: collasso climatico, emergenza sanitaria, sicurezza alimentare, sicurezza sociale ed economica, migrazioni, lavoro, energia. Questioni strettamente legate tra loro che non possono non essere affrontate con un approccio sistemico, superando una visione del mondo figlia di una concezione meccanicistica della vita.

L’antropocentrismo radicale espone tutti noi a rischi e catastrofi, mettendo in discussione la permanenza della razza umana su questo pianeta. La crisi che stiamo vivendo scaturisce da questo pensiero irrazionale e malato che pone l’uomo al centro dell’universo, quando invece è la Terra a garantirci la vita. Lei la nostra Costituzione biologica. Ciò che facciamo alla Terra, lo facciamo a noi stessi. Noi siamo la Terra.

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