22 luglio 2017, la casa del boss di Buccinasco Rocco Papalia diventa un centro di accoglienza per minori stranieri . Papalia ha fatto causa al Comune per un cortile (Foto Stefano Porta - Lapresse )
22 luglio 2017, la casa del boss di Buccinasco Rocco Papalia diventa un centro di accoglienza per minori stranieri . Papalia ha fatto causa al Comune per un cortile (Foto Stefano Porta - Lapresse )

A Buccinasco il boss cita il Comune in tribunale

Nel paese dell'hinterland di Milano, "la 'ndrangheta ha perso". Tuttavia il boss Rocco Papalia, tornato in libertà, ha fatto causa al Comune per l'uso di un cortile: "Vuole continuare la sfida allo Stato", dice il sindaco Rino Pruiti

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Avviso PubblicoEnti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie

23 dicembre 2020

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Se un giorno vi capiterà di passeggiare tra le quattro principali vie d’accesso al Comune di Buccinasco, centro situato dell’hinterland milanese, vi troverete davanti a dei cartelli con scritto “Qui la ’ndrangheta ha perso”. La scritta, forte e netta, voluta con convinzione dalla precedente giunta del sindaco Giambattista Maiorano, vuole sottolineare il fatto che, grazie al lavoro svolto da magistratura, forze dell’ordine e politica locale, in questi ultimi dieci anni alla ’ndrangheta è stata sottratta una buona parte del controllo del territorio.

Ma, in quella che i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano hanno definito la capitale della ’ndrangheta in Lombardia, le famiglie ’ndranghetiste, seppur pesantemente colpite, continuano a muoversi e a operare ed è per questo che bisogna continuare a tenere sempre alta la guardia. Buccinasco, ribattezzata la Platì del Nord, è tra i cinquanta comuni più ricchi d’Italia. Una città di 27.000 abitanti, situata nella periferia Sud di Milano, dove dagli anni ’60 in poi, inseguendo il boom economico, sono emigrate centinaia di famiglie dal Mezzogiorno – in particolare dall’Aspromonte – la maggior parte delle quali composte da persone oneste alla ricerca di una speranza e della realizzazione di un sogno: avere un lavoro vero, guadagnarsi onestamente il pane. Insieme a loro, purtroppo, sono arrivati anche dei mafiosi.

“Quello che è successo a Buccinasco è l’effetto di una concomitanza di cause. Negli anni passati c’è stata una sottovalutazione della politica e anche delle forze dell’ordine e della magistratura circa la presenza e l’agire delle mafie”, sostiene l'attuale primo cittadino, Rino Pruiti. Da anni schierato apertamente contro i clan, quando nel giugno del 2017 viene eletto sindaco, Pruiti dichiara subito le sue intenzioni e la volontà di continuare l’impegno per la promozione della legalità e del bene comune già avviato dalla precedente amministrazione, in cui ricopriva l’incarico di vicesindaco. Uno dei suoi primi atti è quello di iscrivere il Comune ad Avviso Pubblico.

Come riportiamo negli annuali rapporti ‘Amministratori sotto tiro’ quando un sindaco si schiera apertamente contro la criminalità organizzata può succedere che arrivino dei segnali intimidatori. È così che, anche a Buccinasco, a distanza di poco più di una settimana dalla vittoria elettorale, a Rino Pruiti arriva il primo avvertimento mafioso. Su alcuni manifesti elettorali in cui è stampato il suo volto appare una scritta ingiuriosa: “Tu sei pericoloso. Non Rocco”. Il riferimento è a Rocco Papalia, che gli inquirenti considerano il boss della ’ndrangheta in Lombardia. Più volte al centro di decine di indagini, Papalia ha passato più di 25 anni della sua vita in carcere per condanne passate in giudicato per omicidio, sequestri di persona, traffico di droga e di armi.

Amministratori sotto tiro: minacce ogni 15 ore. Ecco la mappa

Paolo Borsellino diceva ‘Due poteri sullo stesso territorio o si fanno guerra o si mettono d’accordo’. Noi sappiamo bene da che parte stiamo e da che parte vogliamo restare. Non ci fermeremo davanti a nessuna minaccia e continueremo a sostenere l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura, come abbiamo sempre fatto”, afferma Pruiti commentando l’episodio. E a parlare sono i fatti. A Buccinasco ci sono più di venti immobili confiscati alla mafia e destinati a progetti di riutilizzo sociale, un segnale che assume una valenza politico-culturale rilevante.

Tra i vari immobili confiscati c’è anche una parte della casa della famiglia di Rocco Papalia, che il Comune ha destinato a un progetto di accoglienza per minori stranieri. Nell’altra metà della villetta abitano ancora Rocco Papalia e la consorte Adriana Feletti, destinataria nel luglio 2018 di un’interdittiva antimafia che ha portato alla chiusura del bar Pancaffè, di sua proprietà insieme alla figlia Serafina.

Guida ai beni confiscati alle mafie

Papalia non si è mai pentito e non ha mai chiesto scusa a una città e a un territorio profondamente feriti dalla presenza della ’ndranghetaRino Pruiti - Sindaco di Buccinasco

I coniugi Papalia da tempo rivendicano l’uso di un’area comune della casa, sostenendo essere di loro appartenenza. Per questo motivo ha promosso una causa civile contro il Comune. “Papalia non si è mai pentito e non ha mai chiesto scusa a una città e a un territorio profondamente feriti dalla presenza della ’ndrangheta. Invece di chiedere il perdono ai parenti delle sue vittime, una volta riaperti i tribunali dopo il primo lockdown, ha intentato una causa al Comune di Buccinasco e a me, rivendicando l’uso del cortile dove ci sono i box confiscati dallo Stato e dati in uso al Comune. Naturalmente, lui e la sua signora, non se ne farebbero nulla di questi pochi metri quadrati di cortile cementato. Lì non si può sostare né fare alcuna attività condominiale. Evidentemente il loro scopo è un altro: continuare la sfida allo Stato e contrastare l’azione culturale e sociale che stiamo svolgendo dal 2015”, conclude Pruiti.

Si tratta di una nuova battaglia per la quale il primo cittadino ha già affermato che non arretrerà neanche di un centimetro “perché il confine di quella casa è un simbolo, è l’argine delle nostre coscienze”.

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