7 luglio 2020
C’è un’immigrazione dai paesi africani di cui si parla troppo poco. È un’immigrazione di successo e vede le donne protagoniste. Donne che cercano di partecipare attivamente alla vita delle città in cui vivono e ora trovano voce in un documentario della giornalista Roberta Dho dal titolo Wanawake. Sorelle senza confini, realizzato dall’associazione Gruppo Abele onlus con il contributo finanziario dell’Unione europea e della regione Piemonte.
C’è la storia di Delphine Dama, originaria del Camerun e in Italia dal 1996, che ha dato vita a Resiliency: un’associazione che valorizza la creatività e la conoscenza artigianale di chi arriva. O quella di Merit Umoru, arrivata nel nostro Paese dalla Nigeria 16 anni fa, che affianca il lavoro da mediatrice culturale e stilista all’impegno nel Forum africane/italiane: un progetto nato per promuovere il dialogo tra diverse associazioni femminili. Non è una realtà marginale se si pensa che, stando agli ultimi dati disponibili, nel solo Piemonte le imprenditrici africane nel 2018 erano 2209. Una ricerca condotta dal Centro studi Medì di Genova mostra, inoltre, come la quota delle persone straniere regolarmente residenti nel nostro Paese e impegnate a titolo gratuito nelle associazioni no profit sia per la prima volta in aumento. Il 52 percento dei volontari immigrati è donna e ha un’età media tra i 20 e i 35 anni. Eppure queste storie non fanno notizia.
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