Draghi, un governo politicamente anomalo

Il nuovo esecutivo è sostenuto da una maggioranza parlamentare che rompe i confini della competizione politica e democratica. Chi ha aperto la crisi, l'ha fatto per interessi personali

Rosy Bindi

Rosy BindiEx ministra della Salute, presidente Commissione antimafia nella XVII legislatura

5 marzo 2021

Di Mario Draghi conosciamo le qualità, peraltro riconosciute in Europa e nel mondo. Raramente tanta fiducia ha circondato un capo del governo italiano prima ancora che iniziasse il proprio lavoro: è bastato pronunciare il suo nome. Non ci attendiamo miracoli, anche perché in politica nessuno li sa fare e chi li promette è un impostore, ma una visione di futuro e un’azione efficace contro la crisi, sì.

Le attese sono per il nostro Paese, ma anche e soprattutto per l’Europa e per l’imminente G20. La pandemia ci sta convincendo dell’importanza della scommessa europea e della necessità di dotarci di strumenti e regole per una governance globale. Globali sono i problemi, globali dovranno essere le soluzioni e le strategie. Di fronte alla crisi sanitaria, sociale ed economica, l’Europa ha finalmente dato prova di essere una Comunità, ma ha ancora una forte impronta intergovernativa e il Consiglio europeo composto dai capi dei governi è un organo con un potere interdittivo ancora molto forte rispetto alle decisioni della Commissione e del Parlamento europeo. In quella sede Mario Draghi potrà essere un perno e un punto di riferimento fondamentale per contrastare le tendenze sovraniste di non pochi Stati europei e per costruire strategie sempre più comunitarie. Da chi ha fatto tutto ciò che era necessario per salvare la moneta europea, ci si aspetta che faccia tutto ciò che sarà necessario per un’Europa più forte e giusta.

La crisi di governo è stata aperta per interessi personali: un comportamento amorale e immorale

Le incognite che pesano sul nuovo esecutivo nascono dal cinismo con il quale si è rischiato di gettare il nostro Paese nell’incertezza. Tanto il superamento della crisi del governo Conte bis è stata salutata con accenti positivi, quanto l’apertura e la consumazione della crisi stessa ha destato preoccupazione e sconcerto. Il precedente governo non era perfetto, ma sicuramente ha portato, in modo dignitoso, il peso di un’emergenza senza precedenti ed era sostenuto da una maggioranza dai confini certi. Chi ha aperto la crisi non lo ha fatto per essere incubatore della candidatura di Draghi, salvo poi pretendere che gli si riconoscessero i meriti. Lo ha fatto per abbattere Conte, presidente del Consiglio e possibile punto di riferimento di un’alleanza politica anche futura.

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