Credits: Steven Cornfield, Unsplash
Play Video

"I vaccini bene comune, basta ricatti da Big Pharma"

Agnoletto: "Brevetti per vaccini e farmaci salvavita, realizzati con denaro pubblico, devono essere di proprietà pubblica, per il bene comune". Lavialibera aderisce alla campagna europea noprofitonpandemic

Vittorio Agnoletto

Vittorio AgnolettoMedico, politico e attivista

27 gennaio 2021

  • Condividi

Con oltre 100 milioni di casi d’infezione nel mondo e 2,2 milioni di decessi, la diffusione del virus non mostra alcun segnale di rallentamento, mentre le economie dei Paesi stanno precipitando e ogni giorno aumenta il numero di coloro che sprofondano nella più totale povertà, essendo rimasti senza lavoro e senza alcun sostentamento pubblico. Non c’è più tempo da perdere, i vaccini devono essere messi a disposizione di tutti i popoli della Terra, a qualunque latitudine, a costi equi e accessibili. È una questione di giustizia, di umanità, ma è anche una scelta nell’interesse di tutti per evitare il rischio concreto che possano riaprirsi delle “falle” e possa riaccendersi la pandemia.

Cosa fare: trasparenza sugli accordi con Big Pharma

Per questo occorre una svolta decisa da parte della UE, che deve adoperarsi per la convocazione urgente della Assemblea Plenaria della Organizzazione Mondiale del Commercio per modificare le regole, definite a livello mondiale dagli accordi TRIPS, che prevedono il monopolio per venti anni dei brevetti da parte delle aziende produttrici. Un’iniziativa in questa direzione è stata già avviata nell’autunno 2020 dall’India e dal Sudafrica, ma si è scontrata con l’opposizione rumorosa degli USA di Trump e con quella silente, ma non meno grave, dell’UE. La secretazione degli accordi commerciali impedisce alla pubblica opinione di conoscere esattamente quanto denaro pubblico è stato versato ai colossi di Big Pharma. I brevetti dovrebbero essere pubblici e appartenere a tutti coloro che attraverso gli Stati li hanno finanziati, ma neanche ai parlamentari europei è permesso conoscere pienamente il contenuto degli accordi tra UE e aziende farmaceutiche.

Il 2020 è stato l'anno nero della trasparenza, l'emergenza ha ridotto drasticamente l'accesso ai dati sulla spesa pubblica

La ricerca dei vaccini è finanziata con denaro pubblico

La quasi totalità delle multinazionali farmaceutiche, impegnate a livello mondiale nella ricerca sui vaccini, ha ricevuto considerevoli quantità di denaro pubblico, l’UE ha investito centinaia e centinaia di milioni di euro e gli investimenti pubblici nei vaccini per il Covid, considerando anche i governi extra UE, arrivano a diversi miliardi. Quindi, il pubblico li deve acquistare, pagandoli praticamente due volte, con un carico sui bilanci della UE e dei singoli Stati, che graveranno in ogni caso sui cittadini. Sembrerebbe che nei contratti, secretati, sia stata inserita anche una clausola secondo la quale i governi si farebbero carico dei costi relativi ad eventuali, non auspicabili, effetti negativi a lungo termine dovuti alla somministrazione del vaccino. Infine, è inaccettabile, ingiustificabile e irresponsabile la decisione della Pfizer di ridurre il numero delle dosi, che avrebbe dovuto fornire ai Paesi europei: l'azienda si fa beffe degli accordi e dei contratti stipulati, senza nemmeno sentirsi in dovere di fornire delle spiegazioni attendibili! La scelta della Pfizer di ritardare la consegna dei vaccini all’Italia e l’analoga situazione per il vaccino (ancora da approvare) Astrazeneca  è destinata a produrre gravi conseguenze sul piano sanitario anche in Italia, dove le dosi prenotate e disponibili erano già insufficienti per offrire nei prossimi mesi, prima dell’autunno, il vaccino a tutta la popolazione.

Chi ha paura di rilanciare il servizio sanitario nazionale? L'editoriale di Rosy Bindi

Le conseguenze sulla comunità e la campagna

Di fatto, il numero dei potenziali vaccinati diminuirà ulteriormente, con grave pericolo per la salute dell'intera comunità. A ciò si aggiunge il rischio concreto che qualcuno, tra coloro che hanno già avuto la prima vaccinazione, non riceva la seconda dose, restando così con una protezione assolutamente insufficiente e con l’errata convinzione di essere comunque protetto, mettendo a rischio se stesso e gli altri. Per questo è di vitale importanza rivedere le regole del commercio mondiale sui brevetti. Per superare questa situazione un gruppo di personalità e associazioni organizzano una raccolta di un milione di firme in Europa utilizzando l'ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei), uno strumento istituzionale dell’Unione Europea  che dà la possibilità ai cittadini di esprimere con maggior forza la propria opinione. Nel nostro Paese sono già una cinquantina le realtà che hanno aderito: dall’Arci alle Acli, da Libera al Gruppo Abele, da Emergency a Medicina Democratica a tutte le principali organizzazioni sindacali, solo per citarne alcune. Raccogliendo un milione di firme nei Paesi dell’UE, i firmatari impegnano la Commissione Europea (CE) a presentare una proposta finalizzata a modificare le norme in vigore e/o ad introdurne di nuove. In questo caso l’obiettivo è rendere i vaccini e i farmaci disponibili a costi equi. Impedire la privatizzazione dei brevetti sui vaccini e i farmaci contro il Coronavirus non è una proposta “impossibile”; si chiede “semplicemente” di replicare oggi quanto già fatto con straordinario successo in passato: la terribile poliomelite, che pareva una damnatio biblica irrimediabile, è stata sconfitta anche grazie alla infinita umanità del dottor Jonas Salk, che ha collocato il suo vaccino antipolio sul mercato senza alcun brevetto, un bene pubblico mondiale, liberamente accessibile a tutti. 

Per aderire alla campagna www.noprofitonpandemic.eu/it 

Crediamo in un giornalismo di servizio ai cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Aiutaci a offrire un'informazione di qualità, sostieni lavialibera
  • Condividi

La rivista

2024 - numero 25

African dream

Ambiente, diritti, geopolitica. C'è un nuovo protagonista sulla scena internazionale

African dream
Vedi tutti i numeri

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar