Roberto Cingolani alla Cop26 (Foto Cop26/Flickr)
Roberto Cingolani alla Cop26 (Foto Cop26/Flickr)

Rossella Muroni: "La transizione è al palo"

Secondo Rossella Muroni, vicepresidente della commissione Ambiente della Camera, per nascondere i ritardi si moltiplicano le false notizie sul caro bollette: "Aumentano perché siamo troppo dipendenti dal gas"

Francesca Dalrì

Francesca DalrìGiornalista, il T quotidiano

21 febbraio 2022

"Scusate, ma il famoso ministero della Transizione ecologica è poi entrato in funzione? Lo chiedo perché la grande assente di questa manovra è proprio la transizione ecologica". A parlare è Rossella Muroni, vicepresidente della Commissione ambiente alla Camera. Siamo a fine dicembre e il Parlamento è chiamato ad approvare in fretta la legge di Bilancio. Tutte le 40 proposte del gruppo ecologista FacciamoEco di cui Muroni fa parte vengono bocciate da maggioranza e governo. I deputati del gruppo decidono così di uscire dall’aula e non votare la manovra. Non solo: Muroni annuncia la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Transizione ecologica (Mite) Roberto Cingolani: "Dovrebbe andarsene non perché ha finito di fare i compiti, ma perché non ha mai cominciato. Abbiamo imparato che la sua idea di transizione ecologica è più simile a quella dell’Eni che a quella del Green deal europeo".

Tra gli argomenti che più hanno mostrato l’inadeguatezza di Cingolani, per l’onorevole c’è il tema dell’aumento del costo delle bollette di luce e gas. Lo stesso per cui il titolare del Mite ha rispolverato il nucleare e parlato della possibilità di raddoppiare la produzione nazionale di gas. "Sin dall’inizio Cingolani non ha perso occasione di fare allarmismo dicendo che la bolletta elettrica aumenterà del 40 per cento perché crescono il prezzo del gas e il costo della CO2 prodotta – afferma Muroni –. Ma gli italiani devono sapere che il problema è proprio la nostra dipendenza dal gas: dobbiamo puntare di più sulle rinnovabili". Non solo: l’ultimo intervento del governo per ridurre il caro bollette risale al 21 gennaio e prevede lo stanziamento di 1,7 miliardi di euro. "Parte di questi soldi arrivano dagli incentivi alle rinnovabili – contesta Muroni –, mentre i favolosi guadagni fatti in questi mesi dalle compagnie che estraggono idrocarburi rimangono intatti".

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