Nella regione della Cajamarca l'impatto dell'industria aurifera è devastante: le grandi potenze straniere stringono accordi con il governo per saccheggiare e distruggere il territorio. La popolazione locale non si arrende e protesta con musica e danza
La Cajamarca è una suggestiva regione del Perù, danneggiata dall’impatto dell’industria mineraria aurifera. Da queste parti, nel villaggio rurale di Puña, il 19 ottobre 1969 è nato José Pedro Castillo Terrones, eletto presidente del Perù il 28 luglio 2021 e rimasto in carica fino al 7 dicembre 2022, quando è stato destituito.
Castillo è stato arrestato perché accusato di aver tentato un golpe nei confronti della sua amministrazione, non in linea con le sue idee e, in particolare, con la nazionalizzazione delle risorse minerarie del Paese. Il governo è passato nelle mani della vice, Dina Boluarte, considerata una traditrice da gran parte della popolazione campesina. Nelle regioni più povere del Sud e nella capitale Lima il malcontento tra la gente ha causato violente proteste represse con la forza militare: dallo scorso dicembre ad oggi sono oltre 70 le morti accertate. Intanto, alcuni comitati di peruviani espatriati si stanno organizzando in Europa per denunciare la violazione di diritti umani a danno di Castillo.
A Cajamarca la lucha – la lotta della popolazione che si batte per la protezione dell’ambiente – è condotta principalmente tramite la musica, la danza e l’arte, ispirandosi alla cosmovisione andina e all’attaccamento storico e viscerale alla Madre Terra.
Le immense miniere d’oro (il sito di Yanacocha è il secondo al mondo) si stanno impossessando degli spazi vitali dei campesinos, devastando il territorio e le abitudini di una società antica, discendente dagli Inca.
La corsa all’oro vede coinvolte grandi potenze dai nomi stranieri, che si impossessano di intere aree con accordi allettanti per il governo. Le terre sono comprate ai campesinos, sfruttando la loro povertà e la loro ingenuità. Ma a Cajamarca c’è chi non ha intenzione di arretrare ed è pronto a battersi per non svanire sotto il peso dell’oro.
Politica all'attacco della magistratura. Il governo italiano, come quello di altri paesi occidentali, mostra insofferenza verso alcuni limiti imposti dallo stato di diritto delegittimando giudici e poteri di controllo
La destra guidata da Giorgia Meloni attacca magistratura e chi la pensa diversamente. La relatrice Onu Satterthwaite: "Qualunque Stato può diventare autocratico"