
Don Italo Calabrò, pioniere dell'antimafia sociale

13 ottobre 2021
La nostra realtà è un castello di sabbia. Letteralmente: cemento, strade, ceramiche, metallurgia, petrolio, vetro, telefonini. Esistono tutti anche grazie alla sabbia. Soprattutto quella di fiume. Secondo l’Onu, il consumo mondiale annuale è di 40 miliardi di tonnellate, ovvero il doppio di quanto tutti i fiumi del mondo riescano a produrre in 12 mesi. La crisi di questo bene esauribile attrae il crimine organizzato che ha la sua espressione peggiore in uno dei Paesi con la più rapida urbanizzazione nel globo: l’India.
Secondo il Network delle dighe, fiumi e genti del sud dell’Asia (Sandrp), negli ultimi due anni la mafia della sabbia ha causato la morte di 200 persone tra incidenti (in prevalenza lavoratori minorenni che cadono nei pozzi illeciti) e assassinii di giornalisti e militanti.
Ne abbiamo parlato con la geografa e ricercatrice indiana Kiran Pereira, che nel suo saggio Sand stories (Rhetority media, 2020) ha documentato con precisione la questione.
Pereira, cos’è la mafia della sabbia indiana?
Crediamo in un giornalismo di servizio ai cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Ma per continuare a offrire un'informazione di qualità abbiamo bisogno di te. Sostienici!
Quanto costa abbonarsi?Se sei già abbonato clicca qui per accedere e leggere l'articolo
Con i criptofonini, i clan della Locride gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull'Aspromonte jonico. Tramite il "denaro volante", sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani. Con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei. L'ultimo numero de lavialibera offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l'hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka