Giovani in fuga dalla sottomissione

In Libere. Il nostro no ai matrimoni forzati, Martina Castigliani racconta le storie di cinque ragazze scappate dalla famiglia. Lo fa evitando il sensazionalismo e con umanità, per capire il coraggio e le difficoltà di queste donne

Carolina Crespi

Carolina CrespiLibreria Alaska

30 giugno 2023

Questo libro è un’inchiesta sul fenomeno dei matrimoni forzati e sulla drammatica e avventurosa trafila che le donne vessate devono affrontare per affrancarsi dal proprio destino di sottomissione. Aggiungiamo: una sensibilissima inchiesta.In Libere. Il nostro no ai matrimoni forzati (PaperFirst, 2023) Martina Castigliani parte dall’incontro con le cinque ragazze protagoniste, dalle loro testimonianze, per arrivare a imbastire, con abilità narrativa e accuratezza giornalistica, una voce monologante che ricostruisce le loro vicende. Sono giovanissime, ma già sentono la disperazione e allora, dopo un incontro fortuito con un’insegnante o un’amica, si preparano alla fuga.

Con un coraggio estremo, sfidando la sorte e i sensi di colpa, come in una trama spionistica lasciano la casa. Cambiano identità, tentano a fatica di ricostruirsi una vita (le illustrazioni di Elisabetta Ferrari arricchiscono le pagine con un lavoro fatto apposta per rendere omaggio alle nuove identità, al desiderio di essere come si vuole, ogni ragazza ha infatti fornito all’artista le indicazioni per raffigurare il suo personaggio – dalla loro vita clandestina, con un nome di fantasia, ci trasmettono oltre alla loro storia, la fisionomia dei loro sogni). 

Le ammiriamo e soffriamo con loro. Lasciare i figli amati, lasciare le famiglie che le hanno formate e che le tengono in catene. Non tutte resistono, alcune vengono rose dai rimorsi e scelgono di tornare indietro. I rischi per quelle che vengono riprese o che tornano sono alti. Siamo abituati a non occuparci di questi fenomeni a eccezione dei momenti in cui sfociano in tragedia, abbiamo presente l’ultimo caso salito alle cronache, quello di Saman Abbas, la diciottenne Pakistana uccisa dal padre perché si rifiutava di sposare il cugino, conosciamo la sua storia ma non quella di altrettante ragazze nella stessa condizione, sotto la medesima minaccia. Castigliani invece, rifuggendo dal sensazionalismo più deleterio, prova a gettare una luce più ampia e umana sulla situazione, per capire le resistenze e i problemi di queste giovani.

Il libro si avvale del supporto di operatori e associazioni impegnate nel sostegno alle donne vittima di violenze e contiene gli interventi di chi si batte per cambiare le cose, come il regista Wajahat Abbas Kazmi, la consigliera comunale Marwa Mahmoud, l’insegnante di italiano Tashina Us Jahan, e Tiziana Dal Pra, fondatrice della onlus Trama di Terre, a cui saranno devoluti i proventi del libro.

L’obiettivo è quello di diffondere il più possibile l’esistenza di supporti e di alternative per tutte le donne che si trovano a vivere da recluse, a non poter scegliere il proprio destino, e che per tradizione sono allocate dai padri ai mariti alla stregua di mobilia intelligente. 

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