Napoli est, l'inclusione si fa con lo sport

Il progetto Scinn (in dialetto, scendi) invita i giovani della periferia partenopea a uscire di casa e mettersi in movimento. Un'occasione per creare integrazione, colmando i vuoti delle istituzioni

Alessandro Bottone

Alessandro BottoneGiornalista

21 dicembre 2023

Creare occasioni di incontro offrendo alternative alla violenza della strada e alla solitudine dei videogiochi: è questa la sfida di Scinn, acronimo di Sport comunità integrazione nuove narrazioni, progetto che coinvolge giovani, famiglie e scuole della zona orientale di Napoli attraverso attività sportive e formative gratuite. L’iniziativa è nata durante la pandemia, quando una rete di realtà guidate dall'associazione Nea Napoli Europa Africa ha iniziato a immaginare risposte all'isolamento e alle mancanze dei quartieri di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio. A distanza di due anni, continua a riscuotere grande successo: "I ragazzi hanno tanta voglia di partecipare ed emergere – dice Pasquale Sommella dell’associazione TerradiConfine –. Proponendo esperienze all’insegna del divertimento e dell’agonismo, li accompagniamo a crescere e integrarsi".

Ponticelli, la camorra uccide. I cittadini resistono

Tanto cemento, pochi servizi

Negli ultimi decenni, la periferia est di Napoli ha subìto profondi cambiamenti, perdendo la forte vocazione agricola e la tradizione operaia e assumendo le caratteristiche e le sfide delle grandi periferie: disoccupazione, criminalità organizzata, degrado, mancanza di opportunità di socializzazione sana. Il terremoto dell’Irpinia del 1980, poi, ha inaugurato la costruzione di migliaia di case popolari. Tanto cemento, ma pochi servizi e scarse opportunità per i residenti. Difficoltà importanti cui hanno risposto iniziative di cittadinanza attiva, associazioni, scuole e parrocchie che cercano di assicurare dignità e normalità nonostante i vuoti delle istituzioni.

Da qui parte anche il progetto Scinn, nato grazie al sostegno della fondazione Con il Sud. Oggi l’iniziativa coinvolge otto associazioni, tre scuole e il Comune di Napoli in una comunità educante tesa ad ascoltare le esigenze del territorio. Le attività sportive si svolgono nella palestra dell’ex scuola di via Curzio Malaparte a Ponticelli, un tempo inagibile e ora riqualificata. La struttura era sorta proprio durante la ricostruzione successiva al terremoto di quarantatré anni fa e poi abbandonata per mancanza di allievi. Oggi ospita il centro polifunzionale Ciro Colonna, casa di associazioni e realtà del terzo settore, intitolato alla memoria del 19enne ucciso dalla camorra nel 2016.

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