14 gennaio 2025
Mark Zuckerberg cambia le regole di Meta. Il miliardario statunitense proprietario di Facebook, Instagram e Whatsapp ha prima comunicato in un video di voler eliminare il fact-checking, ossia la verifica delle informazioni che circolano sui suoi social, poi ha fatto marcia indietro anche sui programmi di diversità, equità e inclusione (chiamati Dei). Nella nota dell’azienda pubblicata dal giornale Axios il 10 gennaio, si legge che al loro posto si costruiranno “programmi che si concentrino su come applicare pratiche eque e coerenti che attenuino i pregiudizi per tutti, indipendentemente dal background”.
Le ultime mosse di Zuckerberg raccontano la redifinizione veloce della sua strategia industriale che si avvicina a Trump e Musk
La pagina di Meta Platform che riguarda la diversità stamattina è oscurata. La società della Silicon Valley comunica: “Scusate, qualcosa è andato storto”. Un messaggio che fino a ieri non compariva e che sembra raccontare la ridefinizione veloce di una strategia industriale che si avvicina a quella del prossimo presidente Donald Trump e a quella di Elon Musk.
“Il panorama legale e politico che circonda gli sforzi per la diversità, l’equità e l’inclusione negli Stati Uniti sta cambiando”. È così che inizia la nota interna diffusa da Meta, chiarendo il clima in cui questa evoluzione sta prendendo piede. Lo stesso acronimo Dei non è più sinonimo di attenzione verso le minoranze, ma è inteso “da alcuni come una pratica che suggerisce un trattamento preferenziale di alcuni gruppi rispetto ad altri”.
Dopo un passaggio di elogio verso i team che finora hanno fatto parte dei gruppi di lavoro del colosso – che sono composti da persone “con differenze di conoscenza, competenze, opinioni politiche, background, prospettive ed esperienze” – si ritorna al nodo centrale. Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane e autrice del documento, sottolinea un’altra volta: “Dato il mutevole panorama giuridico e politico” si stanno apportando delle modifiche.
Sono cinque in particolare:
Dopo la lista di cambiamenti, nella nota si sottolinea che i principi che hanno guidato le pratiche dell’azienda non cambiano. Un punto è particolarmente significativo: “Non forniamo trattamenti preferenziali, opportunità extra o crediti ingiustificati a nessuno in base a caratteristiche protette, né svaluteremo l’impatto a queste caratteristiche”.
Le nuove politiche aziendali sembrano trovare un parallelo nella decisione di Zuckerberg di cambiare anche la policy sui discorsi d’odio attive sulle piattaforme. Si tratta del documento che mette in evidenza le opportunità lavorative e dove si legge che l’azienda non tollera “dichiarazioni o azioni che possano essere vissute o percepite da altri e che creano un ambiente di lavoro discriminatorio o molesto. Inoltre, non permettiamo alcuna ritorsione, comprese intimidazioni, minacce o coercizioni, nei confronti di chi agisce in buona fede segnalando – o con l’intenzione di segnalare – discriminazioni o molestie”.
Ora queste prassi si trovano alla fine di tutte le pagine del sito.
Cosa c’entra questo con la nuova policy di Meta?
Nella versione pubblicata oggi, che aggiorna quella del 7 gennaio, sono stati cambiati alcuni punti dell’elenco: spariscono le restrizioni aggiuntive per i contenuti a pagamento e alcuni esempi vengono eliminati a favore di categorie più snelle. Tolto anche il rimando a un articolo del 2017 sulle politiche con cui si stabiliva di eliminare i discorsi d’odio dalla piattaforma, che come ha annunciato Zuckerberg verranno sostituite dalle cosiddette “community notes”, simili a quelle utilizzate su X.
La gestione del fact-checking passerà alle community notes, simili a quelle utilizzate su X
Una frase viene confermata anche nella versione attuale ed è inserita nel divieto di insultare in base alle capacità mentali. Alla fine del paragrafo su questo tema, si legge: “Permettiamo le accuse di malattia mentale o anormalità se basate sul genere o sull'orientamento sessuale, dato il discorso politico e religioso sul transgenderismo e l'omosessualità e l'uso comune e non serio di parole come strano”.
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Queste parole sembrano stridere con le policy interne e con le condotte messe in atto in questi anni. Vista la velocità dell’evoluzione delle azioni di Zuckerberg per avvicinarsi alle idee di Trump, chissà se la pagina di policy pubblica sulla diversità verrà mai aggiornata (e come) e in che modo cambierà la vita degli utenti su Facebook e Instagram.
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