Torino, 29 novembre 2023. Attivisti di Extinction Rebellion durante una azione di disobbedienza civile nonviolenta all'Oval espongono lo striscione "Qui si finanzia guerra e crisi climatica". Extinction Rebellion
Torino, 29 novembre 2023. Attivisti di Extinction Rebellion durante una azione di disobbedienza civile nonviolenta all'Oval espongono lo striscione "Qui si finanzia guerra e crisi climatica". Extinction Rebellion

Il tribunale social contro gli "ecovandali"

Per i giudici gli attivisti che denunciano la crisi climatica compiono le loro azioni "con alto valore morale". E questo al governo non sta bene

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

2 gennaio 2025

Criminalizzare, isolare, punire: sembra questo il mantra del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini contro alcuni dei suoi nemici dichiarati. Gli attivisti per l’ambiente rientrano tra quelli particolarmente osteggiati dal leader della Lega, tanto da essere il bersaglio nei suoi post sui social network. A questo si aggiunge lo sdegno quando, una volta arrivati in tribunale, denunce, fogli di via e daspo vengono archiviati e i reati considerati di lieve entità.

L’episodio risale all’inizio dello scorso anno. Nel post pubblicato su Facebook il 19 gennaio 2024, il vicepresidente del Consiglio esprime tutto il suo dissenso verso la condanna di tre manifestanti di Ultima generazione a cui sono state concesse le circostanze generiche per aver agito secondo un alto valore morale. "Chissà se a essere bloccato per ore su quella strada fosse stato un giudice o un suo parente. Questa è 'giustizia” o politica?', domanda Salvini, dando il via a più di duemila commenti in cui si attaccano i manifestanti e chi deve far rispettare le leggi.

La delegittimazione della magistratura e di chi esercita funzioni di controllo sull’esecutivo è stata accompagnata da una stretta sulla libertà di manifestazione del dissenso, che ha portato all’innalzamento delle multe e delle pene per gli imbrattamenti e i blocchi stradali. L’inasprimento normativo è stato raggiunto attraverso un decreto legge ad hoc che il governo Meloni ha approvato il 18 gennaio 2024 e che potrà essere ulteriormente irrobustito dalle norme contenute nel disegno di legge Sicurezza. Un modo per vincolare sempre di più i giudici a sentenze punitive.

Ti auguro il carcere (e poi approvo la legge)

La criminalizzazione dei movimenti ambientalisti, in particolare Extinction rebellion (leggi qui per sapere chi sono) e Ultima generazione, è iniziata subito dopo l’insediamento del nuovo governo. I due ministri che si sono intestati questa battaglia sono Salvini e l’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con toni molto diversi: il primo, già da fine ottobre 2022, definiva gli ambientalisti "imbecilli", mentre Sangiuliano ha cominciato a occuparsi delle azioni nonviolente quando a essere colpiti sono state opere d’arte o monumenti che avevano a che fare con il patrimonio culturale e quindi con affari di sua competenza. Sono bastati sei mesi dall’inizio del mandato perché venisse alla luce il primo atto legislativo nei confronti degli ecoattivisti. Durante il consiglio dei ministri dell’11 aprile 2023, su proposta di Sangiuliano, sono state introdotte sanzioni dai 20mila ai 60mila euro per chi distrugge, disperde o deteriora beni culturali o paesaggistici, mentre dai 10mila ai 40mila euro per chi imbratta, deturpa o destina i beni "a un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico".

La repressione sugli eco-attivisti: "A rischio la libertà di dissenso"

Già allora, il governo aveva messo nero su bianco la volontà di accelerare l’iter per l’approvazione del disegno di legge, votato in maniera definitiva il 18 gennaio 2024. "Il ddl eco-vandali è legge!", aveva esultato Salvini su Facebook, condividendo con il pubblico che "chi imbratta monumenti e opere d’arte paga subito senza scuse una multa e, se c’è deturpamento, va in carcere dopo il processo penale". Una sentenza web per ribadire "tolleranza zero" verso gli attivisti.

In questo caso, a mettere in discussione la più dura applicazione della legge 6/2024 da parte dei tribunali sono state diverse persone che hanno commentato il post. C’è chi ha applaudito la norma, ma in tanti hanno sottolineato la "sfiducia nei giudici, perché trovano sempre il sistema di non applicarla ", dei magistrati "di sinistra", "la galera in direttissima e senza processi". C’è chi ha proposto "un mese in ginocchio su bucce di noccioline al posto della multa" e qualcuno che ha chiesto un intervento più sostanziale: "Una riforma della giustizia, della magistratura e del codice penale o tutto ciò che si fa non servirà a niente".

Il giorno successivo, dopo la notizia della condanna a Bologna, con la concessione delle attenuanti generiche per aver agito per un alto valore morale, la questione sul social è riesplosa accompagnata da insulti, minacce, opinioni contro i giudici e gli attivisti climatici. Iniziato il procedimento, però, i magistrati hanno deluso le aspettative del dibattito social, che si è riacceso tre mesi dopo quando sono state depositate le motivazioni. Così il 30 aprile Salvini è tornato sull’argomento, commentando ancora le attenuanti. Sull’immagine del post, al centro, il titolo dell’Ansa: "Il Giudice: 'Agirono per ambiente, scopo superiore'". Sul passaggio d’agenzia il leader della Lega commenta: "Mi permetto di non essere d’accordo, e credo che come me la pensino in tanti". Anche in questo caso, i commenti sono rivolti ai giudici "chiaramente schierati politicamente", che devono sottoporsi a test psicoattitudinali, perché "un giudizio del genere non è da persona normale", oppure a delle prove sul "livello di ideologia". C’è chi azzarda: "Verrà un giorno che la gente si sveglierà. I giudici e certi politici pagheranno per i loro soprusi".

Alto valore morale

Extinction rebellion in quattro anni ha ricevuto quasi 300 denunce, 75 fogli di via, 3 daspo urbani e 3 avvisi orali. Peggio va a Ultima generazione: in tre anni, 2mila denunce, 90 fogli di via e 3 richieste di
sorveglianza speciale

"Le richieste di sorveglianza speciale sono state rigettate dal tribunale di prevenzione – spiega l’avvocata Paola Bevere, che assiste Ultima generazione –. Abbiamo sempre sostenuto che non ci fosse una pericolosità sociale degli attivisti e quindi fossero sproporzionate". Per il blocco della tangenziale di Bologna il tribunale del capoluogo emiliano a gennaio scorso ha condannato tre attivisti, riconoscendo loro le attenuanti e l’alto valore morale dell’azione, oltre ad assolverli dalle accuse di danneggiamento, manifestazione non autorizzata e inottemperanza al foglio di via. "Altri procedimenti – continua Bevere – sono ancora in fase dibattimentale, mentre alcuni fogli di via sono stati revocati per tenuità del fatto".

"In diverse circostanze – conferma l’avvocato Marino Careglio, che segue gli attivisti di Extinction rebellion – sono stati adottati da più di una questura provvedimenti duri, che incidono sulla futura libertà di movimento, di riunione e di espressione del pensiero dissenziente. Si tratta di un modo semplice di reprimere il dissenso, ma che suscita notevoli preoccupazioni: il controllo giurisdizionale può trovare spazio solo in un secondo momento, quando la libertà del singolo è già stata limitata se non compressa". Careglio conclude: "Gli attivisti climatici potranno essere ritenuti personaggi scomodi, ma il dissenso è elemento fondante delle democrazie e non può essere represso se non sfocia in atti effettivamente eversivi o delittuosi".

La sua preoccupazione si unisce a quella di Michel Forst, relatore speciale delle Nazioni unite sui difensori dell’ambiente – secondo cui "le pene detentive non sono mai la risposta alle proteste ambientali pacifiche" – e di chi attraverso le azioni di disobbedienza civile nonviolenta vuole denunciare la crisi climatica: criminalizzati dagli esponenti del governo, aspettano che siano i tribunali a comprendere il motivo del "disturbo", sperando che le nuove norme, come il disegno di legge Sicurezza, non eliminino anche questa possibilità.

Da lavialibera n° 30, Nessuno mi può giudicare

La rivista

2024 - numero 30

Nessuno mi può giudicare

Politica all'attacco della magistratura. Il governo italiano, come quello di altri paesi occidentali, mostra insofferenza verso alcuni limiti imposti dallo stato di diritto delegittimando giudici e poteri di controllo

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