Milano, 10 maggio 2023. L'udienza per la sorveglianza speciale a Simone Ficicchia, attivista di Ultima Generazione (M. Corner/Ansa)
Milano, 10 maggio 2023. L'udienza per la sorveglianza speciale a Simone Ficicchia, attivista di Ultima Generazione (M. Corner/Ansa)

Così la polizia criminalizza gli attivisti di Extinction rebellion e Ultima generazione

La strategia delle forze dell'ordine: fogli di via, multe e denunce contro gli attivisti di XR e Ultima generazione che fanno blocchi stradali, manifestazioni non autorizzate e imbrattamenti. Si arriva fino alla richiesta di sorveglianza speciale (rigettata) e alle contestazioni di aver danneggiato opere d'arte

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

15 febbraio 2023

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Una serie lunghissima di denunce – quasi 35 –  per blocchi stradali, manifestazioni non autorizzate, imbrattamenti e altro. Sei città gli hanno vietato di tornare, con un foglio di via. Simone Ficicchia, 20enne di Voghera (Pavia) e militante ambientalista, ha accumulato un rosario di provvedimenti nel corso del 2022. “Non hanno sortito alcun effetto”, sostiene la questura di Pavia che il 2 dicembre aveva chiesto al Tribunale di Milano, sezione misure di prevenzione, di applicare la sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno per la durata di un anno. Una misura pesante, in base alla quale una persona è costretta a limitare frequentazioni e spostamenti, che deve sempre comunicare alle autorità. I giudici milanesi, il 19 gennaio scorso, hanno bocciato la richiesta. Quello di Ficicchia resta, però, il caso più eclatante degli interventi di polizia usati per fermare le azioni dei movimenti ambientalisti come Extinction rebellion e Ultima generazione.

Il gruppo di Ultima generazione è nato nel 2021 e compie azioni di disobbedienza civile nonviolenta per costringere le stanze del potere a gesti concreti contro la crisi ecoclimatica. "Abbiamo il dovere morale di ribellarci a questo genocidio programmato" scrivono per dare conto delle condotte che più li rappresentano: blocchi stradali, scioperi della fame e imbrattamenti. Gesti eclatanti per catalizzare l'attenzione mediatica, creando spesso polemiche, come quelle che hanno visto protagonista Simone Ficicchia, uno degli esponenti più noti a livello nazionale. Due sono i target già raggiunti: lo sblocco di 10 Gw di rinnovabili, l'incontro pubblico con l'ex ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. La nuova richiesta è lo stop dei sussidi pubblici ai combustibili fossili. A livello internazionale si coordina nella rete A22, che comprende altri movimenti come Just stop oil in Gran Bretagna, Declare emergency negli Stati uniti e Dernière Rénovation in Francia.


Ficicchia, il “componente di spicco”

"Non vi è proporzione tra le azioni di cui il Ficicchia è accusato e la sua personalità e i provvedimenti richiesti”Tribunale di Milano

Il 20enne è considerato un “componente di spicco” di Extinction Rebellion-Ultima Generazione (le due organizzazioni vengono messe insieme dalla questura di Pavia). E in effetti, un po’ lo è diventato, almeno per i media. È lui, ad esempio, che a luglio si è incollato con le mani al vetro che protegge la Primavera di Botticelli agli Uffizi di Firenze e poi al piedistallo di una statua di Boccioni al Museo del ‘900 a Milano. È lui che ha fatto l’invasione di campo durante un torneo internazionale di beach volley a Roma, città dove ha partecipato ad alcuni blocchi del traffico. C’era durante il lancio di uova di fronte alla Scala di Milano, nella serata di Sant’Ambrogio in occasione della Prima, e alcuni giorni dopo a un presidio di solidarietà nei confronti di Alfredo Cospito. Dalla Sicilia fino al traforo del monte Bianco: dove c’è una manifestazione di Ultima generazione lui c’è, perciò gli investigatori sospettano che “seppur solo parzialmente, l’organizzazione a cui lo stesso aderisce possa far fronte, in qualche modo, alle sue spese di sostentamento e di spostamento nel territorio nazionale, in occasione delle azioni di protesta”.

Siamo l'ultima generazione?, chiede Extinction rebellion

Nessuna sorveglianza speciale

“Io aderisco a una disciplina non violenta. Chiedo un intervento del Governo per salvare il nostro Paese dal degrado ecologico”Simone Ficicchia

“Io aderisco a una disciplina non violenta – ha dichiarato ai giudici Ficicchia, difeso dall’avvocato Gilberto Pagani –. Chiedo un intervento del Governo per salvare il nostro Paese dal degrado ecologico”. Illustrando le modalità di azione, coi blocchi stradali che non durano più di venti minuti e la resistenza passiva, ha aggiunto: “Non ci siamo mai sottratti alla legge”. Finora s’è guadagnato un decreto penale di condanna (quindi senza un processo) al pagamento di un'ammenda di 1.125 euro per il gesto di Firenze e un rinvio a giudizio per l’azione al Museo del ‘900.

Questo non basta a ritenerlo socialmente pericoloso: “Non può dirsi che le azioni del Ficicchia siano tali da perturbare l’ordine sociale costituzionale – scrivono i magistrati nel decreto del 19 gennaio –. Il Ficicchia ha agito non per lucro o profitto personale, ma per difendere i diritti di tutti gli abitanti della terra (...) L’ordine costituzionale e la tranquillità pubblica non sono messe in discussione o in pericolo dalle azioni del Ficicchia e dei suoi compagni. Non vi è proporzione tra le azioni di cui il Ficicchia è accusato e la sua personalità e i provvedimenti richiesti”.

E lo stesso Ficicchia sottolinea: “Alla fine, bisogna ricordare che ho vent’anni, che la mia età ha una pericolosità limitata e che ho come obiettivi principali nella vita finire l’università e fare il professore. Ma sono una persona che si vede costretta in un momento storico come questo a denunciare che i governi non stanno facendo abbastanza”. 

Due attivisti di Scientist Rebellion durante una manifestazione del 16 febbraio 2022 (Foto Extinction rebellion)
Due attivisti di Scientist Rebellion durante una manifestazione del 16 febbraio 2022 (Foto Extinction rebellion)

Molte delle denunce contro il giovane sono “tutte ancora sub judice” – ossia sono ancora in fase di discussione nelle mani del giudice – e alcune procure non hanno avviato nessun procedimento.I provvedimenti amministrativi come i fogli di via o l’avviso orale del questore (una sorta di ammonimento ufficiale a tenere una condotta corretta) potrebbero essere messi in discussione con dei ricorsi e, se violati, dare origini a procedimenti penali.

“Alcune ipotesi di reato che abbiamo cadono facilmente in fase di giudizio, come quelle alla resistenza a pubblico ufficiale: praticando la non violenza, noi ci facciamo trascinare dagli agenti e, di fatto, non è prevista da questa fattispecie”Simone Ficicchia

Quindi niente sorveglianza speciale. Sulla questione l’attivista ha le idee chiare: “Alcune ipotesi di reato che abbiamo cadono facilmente in fase di giudizio, come quelle alla resistenza a pubblico ufficiale: praticando la non violenza, noi ci facciamo trascinare dagli agenti e, di fatto, non è prevista da questa fattispecie”. Altre invece sono puntuali: “La questione cambia per l’imbrattamento e il danneggiamento. Quelle sono azioni verificabili, come anche l’interruzione di mezzi pubblici”.

"Non ci fidiamo di voi" Le proteste di Extinction rebellion contro i silenzi del governo

Gli altri strumenti per fermare gli attivisti

Fogli di via, multe e processi in cui si contesta anche un nuovo reato, introdotto meno di un anno fa: il danneggiamento di beni culturali. Per reprimere le proteste degli attivisti per l’ambiente, soprattutto quelli di Extinction Rebellion e Ultima generazione, questi sono gli strumenti più utilizzati. 

Due attiviste di Xr salgono sul palazzo della Regione Piemonte (Foto Extinction rebellion)
Due attiviste di Xr salgono sul palazzo della Regione Piemonte (Foto Extinction rebellion)

Dissenso criminalizzato?

A Torino, ad esempio, la questura ha inviato a quindici persone i fogli di via dopo la protesta sul balcone del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello, quando due ragazze si sono arrampicate per appendere uno striscione (“Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l'inizio”) e per poi incatenarsi alle ringhiere. Destinatarie del provvedimento e delle denunce non solo loro, ma anche le persone che dal basso guardavano o filmavano il gesto. Sei di queste, però, vivevano e vivono a Torino: subito, con i difensori, inoltrano alla questura la richiesta di annullare la decisione (un’istanza di riesame in autotutela, si dice) e sette attivisti ottengono la revoca. “Per quelli basati a Torino, la questura li ha annullati in autotutela”, spiega l’avvocato Luigi Gili, che segue il lato amministrativo. Altri provvedimenti sono stati annullati dalla questura dopo la presentazioni di ricorsi al Tribunale amministrativo regionale. La denuncia, invece, sembra viaggiare verso l’archiviazione per il principio della particolare tenuità del fatto.

A dicembre la questura ha denunciato tredici attivisti di Xr che stavano per svolgere una manifestazione sotto il grattacielo di Intesa Sanpaolo: i reati contestati sono manifestazione non autorizzata e porto d'armi

A dicembre la questura ha denunciato tredici attivisti di Xr che stavano per svolgere una manifestazione sotto il grattacielo di Intesa Sanpaolo: i reati contestati sono manifestazione non autorizzata e porto di armi. Le armi erano degli estintori carichi di vernice rossa: “Avremmo platealmente imbrattato di rosso la facciata del grattacielo, a simboleggiare il sangue versato a causa dell’impatto del collasso ecoclimatico sulla vita delle persone” spiegava Michele.

Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi - Sinistra, ha presentato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per fare chiarezza sulla gestione dell'ordine pubblico da parte della Questura e della prefettura di Torino, dove “da tempo è in atto una pericolosa criminalizzazione del dissenso”. “È finita la fase di osservazione, che è durata un po’”, sostiene l’avvocato Gianluca Vitale notando il cambio di atteggiamento delle forze di polizia nei confronti dei nuovi attivisti ambientali.

Asia Manzari, una delle attiviste denunciate a dicembre, commenta l’accaduto: “Le preoccupazioni per la crisi ecoclimatica in atto sono talmente grandi che le conseguenze penali delle nostre azioni sul lungo periodo rimangono lontane, sullo sfondo. Ci sono però tanti dubbi su quello che è successo quel giorno: perché essere così fermi davanti a Intesa San Paolo, mentre due giorni prima avevamo costruito un muro davanti alla Regione Piemonte? Scelte arbitrarie”.

Il precedente: multe e denunce alle attiviste di Extinction rebellion

A Venezia, una marea di multe

“A fine luglio i partecipanti a un blocco stradale, che erano stati identificati, hanno ricevuto quest’avviso di sanzione per il blocco stradale, anche quelli che non avevano partecipato attivamente”Giuseppe Cascelli - Attivista

Sul documento c’è scritto “Avviso di sanzione” e una cifra: 1.333 euro. È quella che dovrebbero pagare gli attivisti di Extinction rebellion che nel maggio 2022 hanno partecipato a una serie di iniziative dell’organizzazione a Venezia. “Abbiamo sempre comunicato alla questura le nostre iniziative. Ci siamo anche presentati con l’obiettivo di coinvolgerli e di essere trasparenti”, racconta Giuseppe Cascelli, giovane pugliese che da qualche tempo abita in Veneto, dove ha aderito al movimento.

“A fine luglio i partecipanti a un blocco stradale, che erano stati identificati, hanno ricevuto quest’avviso di sanzione per il blocco stradale – racconta –, anche quelli che non avevano partecipato attivamente”. Se avessero pagato subito, avrebbero dovuto versare 1.333 euro, altrimenti, oltre un certo limite, la cifra sarebbe triplicata: quattromila euro. A quel punto, le strategie sono state diverse: “Alcuni hanno deciso di pagare subito, altri hanno deciso di fare ricorso, ma per farlo bisogna aspettare la scadenza dell’avviso e aspettare la nuova sanzione”.

Due attiviste di Xr interrompono la conferenza di Inaugurazione di Biennale Tecnologia al Politecnico di Torino. 9 ottobre 2022 (Foto Extinction rebellion)
Due attiviste di Xr interrompono la conferenza di Inaugurazione di Biennale Tecnologia al Politecnico di Torino. 9 ottobre 2022 (Foto Extinction rebellion)

Alla sbarra a Milano

Otto attivisti di Extinction rebellion si ritroveranno davanti a un giudice il 30 marzo prossimo. Sono accusati di aver organizzato, nell’ottobre 2021, una manifestazione senza aver avvisato le autorità e di aver imbrattato un edificio nei giorni della PreCop26, l’incontro preparatorio alla conferenza per il clima a Glasgow. Nell’area di City Life, nel capoluogo lombardo, davanti all'area fieristica del MiCo. A turno gli attivisti si sono avvicendati nel bloccare un varco di accesso.

I denunciati sono tutti giovani tra i 20 e i 22 anni: “C’è il sospetto che si voglia far passare loro la voglia”, sostiene Enrico Pirovano, un militante del movimento. All’Ansa, l’avvocata Daniela Torro, che assiste i giovani col collega Pagani, ha detto che bisogna “affermare il principio democratico che per svolgere un presidio di protesta non sono necessari avvisi di pubblica sicurezza, se le azioni non creano pericolo per l'ordine pubblico”.

Nella maggior parte dei casi, la polizia è intervenuta per denunciare ed emettere fogli di via

Al momento, questo è l’unico processo in corso. Nella maggior parte dei casi, la polizia è intervenuta per denunciare ed emettere fogli di via. È successo così dopo la protesta alla fiera GasTech, a Rho-Pero, in un’azione che è valsa i fogli di via per cinque attivisti e denunce per manifestazioni non segnalate. L’11 novembre alcuni hanno rimediato delle denunce per una protesta di Scientist rebellion all’aeroporto di Linate, nell’area dedicata ai voli privati, incatenandosi per impedire l'ingresso delle auto e nel terminal. In molti casi gli attivisti hanno fatto ricorso contro i fogli di via, “convinti di usare tutte gli strumenti del diritto in ogni sede”, sintetizza Pirovano. “Abbiamo fatto dei ricorsi al prefetto, ma sono stati rigettati”, spiega l’avvocato Pagani. 

In nessun caso ci sono stati danni alle opere

Il blitz del 30 novembre alla Rai di Milano, col blocco di un ingresso e il lancio di vernice verde, è costato la denuncia a 14 persone per violenza privata (legata all’aver impedito l’entrata o l’uscita) e l’imbrattamento. L’inchiesta è stata chiusa molto rapidamente. La mattina della prima della Scala nella sera di Sant'Ambrogio il 7 dicembre – occasione in cui le élite si mettono in mostra, ma anche occasione di proteste animate – cinque attivisti hanno imbrattato ll'entrata del teatro. “Ma in nessun caso di imbrattamento ci sono stati dei danni alle opere”, spiega l’avvocato Pagani preannunciando quella che sarà la linea difensiva.

Dopo il blitz al Senato, il processo per direttissima

Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini sono i tre attivisti di Ultima generazione che il 2 gennaio scorso hanno imbrattato – usando vernice lavabile – una facciata del Senato, a Roma, destando le reazioni indignate (e sproporzionate) di moltissimi politici. Arrestati, il 3 gennaio scorso si è tenuta l'udienza di convalida al termine della quale il tribunale ha disposto la loro scarcerazione, rinviando al 12 maggio prossimo il proseguimento del processo in cui sono accusati di danneggiamento aggravato.

Chi paga l’assistenza legale degli ambientalisti?

Un altro tassello riguarda i pagamenti. Chi finanzia Extinction rebellion e Ultima generazione per affrontare i processi e i ricorsi? “Cerchiamo di coprire – continua Ficicchia – tutte le spese legali attraverso la raccolta fondi sul sito oppure durante alcuni eventi. Tendenzialmente gli avvocati in qualche modo sostengono la causa e chiedono il minimo. In realtà, per ora, il numero di casi è ancora limitato e quindi è possibile”. Chi sceglie di entrare in Ultima Generazione è avvisato del fatto che sia possibile non avere i fondi per coprire tutte le conseguenze.

Gli ultimi eventi hanno però messo il movimento "in grosse difficoltà economiche" e gli attivisti temono che la "spinta propulsiva potrebbe esaurirsi se non troveremo presto risorse economiche con le quali reggerci nei prossimi tre mesi". Per questo motivo lanciano una nuova campagna di finanziamento. “Ovviamente – conclude il 20enne – per rendere il movimento inclusivo, nel caso in cui non si potesse far fronte all'esborso, sarebbe il gruppo a farsene carico”. Per quanto riguarda Xr, Manzari racconta: “Per un periodo, ci ha seguiti StraLi, un'associazione di avvocati che opera pro bono. In quest’ultimo anno, abbiamo il contatto di un legale da cui andiamo per delle domande. Da un lato, avere un’unica persona che segue i nostri procedimenti, dall’altra parte, avere un team permette di diversificare la strategia”. 

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