Due attiviste di Xr si incatenano davanti al balcone del palazzo della regione Piemonte, a Torino. Foto: Ufficio stampa Xr
Due attiviste di Xr si incatenano davanti al balcone del palazzo della regione Piemonte, a Torino. Foto: Ufficio stampa Xr

Dal Climate Social Camp di Torino, appello di Xr ai giornali: "State con noi dalla parte del pianeta"

Due attiviste di Extinction Rebellion si sono incatenate al balcone del palazzo della Regione Piemonte per chiedere misure più efficaci contro la crisi climatica. Al Social Climate Camp in corso a Torino, il movimento ha chiesto ai giornalisti di partecipare attivamente alle proteste

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26 luglio 2022

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"Riportare quello che facciamo non è sufficiente. Giornalisti, usate il vostro potere per fare emergere la verità e fare pressione sulle istituzioni!". Vic e Delfina, le attiviste di Extinction Rebellion (Xr) che ieri si sono incatenate al balcone del palazzo della Regione Piemonte, sono intervenute al secondo giorno di lavori del Climate Social Camp in corso a Torino e hanno lanciato un appello ai giornali. "Il movimento è grato ai media che raccontano quello che stiamo facendo, però vorremmo che i giornali facessero la loro parte, non limitandosi a raccontare la nostra protesta. Diciamo loro: usate il vostro potere per entrare anche voi in questa battaglia".  

Quando la crisi climatica fa paura: l'ecoansia e altre emozioni legate al climate change

Sono passati i tempi in cui il movimento chiedeva anzitutto che qualcuno si accorgesse di loro. Alla vigilia della PreCop26, lo scorso settembre a Milano, gli attivisti e le attiviste avevano manifestato nelle hall delle principali testate, alzando il tiro e chiedendo loro di "giocare un ruolo centrale nella crisi, alimentando la creazione di un discorso pubblico che metta al centro la più grande crisi dell'umanità" e facendo riferimento al lavoro di grandi giornali internazionali, che coprono la crisi climatica in modo approfondito. 

L’azione in Piazza Castello

Vic e Delfina, l'una studentessa di filosofia di Parma, l'altra psicologa in arrivo da Bruxelles, ieri, 25 luglio, si sono incatenate con due lucchetti al balcone del palazzo della Regione Piemonte. Salite all’alba, hanno appeso uno striscione con su scritto: “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l’inizio” e hanno esposto le richieste del movimento, ovvero “misure preventive e sistemiche per contrastare la crisi climatica ed ecologica” e una risposta del presidente Alberto Cirio e dell’assessore Matteo Marnati sull’inadeguatezza delle politiche adottate. L’azione si somma alle decine organizzate dal movimento negli ultimi mesi (come quella dello sciopero della fame che abbiamo raccontato qui) e si svolge nella prima giornata in cui a Torino iniziano il Social climate camp e il meeting europeo dei Fridays for future, cui partecipano delegazioni e attivisti da tutta Europa.
All’iniziativa di Xr, le forze dell’ordine hanno risposto con quasi 30 denunce per invasione di terreni o edifici e per manifestazione non preavvisata, e cinque fogli di via dalla città, anche per ragazzi che vivono e lavorano nel capoluogo piemontese e che si trovavano in piazza a consegnare volantini o scattare foto. 

"Ci fa ridere quando ci chiedono di agire secondo logiche istituzionali. Sono decenni che agiamo secondo logiche istituzionali, facciamo manifestazioni, raccolte firme… e il risultato è quello che viviamo oggi"Delfina - Attivista Xr


"Abbiamo saputo che i fogli di via sono almeno 15" denunciano le attiviste. "Quando siamo salite sul balcone sapevamo quali reati stavamo compiendo ed entro quel limite, che noi stessi del moviento ci diamo, non ci aspettiamo tolleranza, perché stiamo effettivamente infrangendo la legge. Ciò che invece ci sconvolge è che siano state denunciate tanto quanto noi anche persone che non hanno compiuto alcun reato e che erano in piazza" racconta Vic. Questa mattina sono state costrette a lasciare Torino persone raggiunte da fogli di via che probabilmente non reggerebbero a un ricorso. 

I ribelli contro l'estinzione

"Noi non ci fermiamo" è lapidaria Delfina. "Ci fa ridere quando ci chiedono di agire secondo logiche istituzionali. Sono decenni che agiamo secondo logiche istituzionali, facciamo manifestazioni, raccolte firme… e il risultato è quello che viviamo oggi. Le scienze sociali ci dicono che ricorrere alla disobbedienza civile non violenta è uno degli strumenti fondamentali per ottenere dei cambiamenti sociali e politici, quindi noi vogliamo applicare ciò che funziona. Andremo avanti".

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