
Altro che Oscar, No Other Land è da Nobel

1 marzo 2025
Nel 1997 l’Unione europea stava ancora consolidando la propria governance dopo gli accordi di Maastricht del 1992. In questo contesto, tra le organizzazioni della società civile interpellate per costruire un piano comune di contrasto alla criminalità organizzata, c’era Libera, una rete italiana nata da poco. Era il 9 ottobre e la rete partecipava a un’audizione pubblica al Parlamento europeo di Bruxelles, contribuendo alla definizione del piano d’azione contro le mafie, poi adottato a novembre dello stesso anno.
Negli anni successivi l’espansione delle attività di Libera verso una dimensione internazionale ha trovato uno dei suoi principali riferimenti nella Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale del 2000: il primo strumento giuridico, promosso dalle Nazioni unite, che ha riconosciuto la necessità di un approccio globale e cooperativo nel contrasto alle mafie.
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NUMERO SPECIALE: Libera compie trent'anni e guarda avanti: l'impegno per l'affermazione della libertà contro ogni forma di potere mafioso è più che mai attuale