
21 marzo, ancora in marcia per i miei zii vittime di mafia

21 marzo 2025
La denuncia delle molte “latitanze politiche e sociali” che hanno reso possibile quella di Matteo Messina Denaro, il grazie alle ong che salvano vite in mare e per questo vengono punite, l’invito a votare ai referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, l’appello per la pace in Ucraina e la richiesta del “più grande piano d’investimento per i giovani”: sono numerosi i temi affrontati da Luigi Ciotti nel discorso di chiusura della trentesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che ha visto 50mila persone da tutta Italia marciare per le strade di Trapani. L’intervento è stato preceduto dalla lettura dei nomi delle vittime innocenti, quest’anno arrivati a 1101: “Dobbiamo trasformare la memoria del passato in etica del presente”, ha esortato il fondatore di Gruppo Abele e Libera, che il 25 marzo festeggia trent’anni dalla fondazione.
Trent'anni di Libera, guardando al futuro: il nostro numero speciale
“L’Italia è un paese non ancora del tutto libero: il processo di liberazione non è ancora terminato – ha scandito Ciotti di fronte ai familiari delle vittime –. Gli avversari di cui dobbiamo liberarci oggi si chiamano corruzione, mafia, disuguaglianze, povertà e abuso di potere”. Poi il richiamo alla Costituzione, “primo vero testo antimafia”, che non dev’essere solo carta ma “carne viva” e i cui pilastri “non devono essere demoliti come qualcuno vorrebbe”. E la difesa del manifesto di Ventotene, attaccato nei giorni scorsi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Ci riconosciamo in quel testo, che porta un soffio di speranza e ci chiede responsabilità”.
"Dobbiamo fermare la deriva etica di un pezzo di mondo che abbandona l’umanità più povera e fragile"Luigi Ciotti
Tante le parole spese per gli “ultimi”: “Dobbiamo fermare la deriva etica di un pezzo di mondo che abbandona l’umanità più povera e fragile”. Il riferimento è ai detenuti, tra i quali continuano a contarsi frequenti suicidi: “Chi ha sbagliato deve rendere conto, ma il carcere dev’essere una risposta civile, mai una vendetta”. Dodici istituti penitenziari in diverse regioni hanno partecipato alla Giornata organizzando la lettura dei 1101 nomi.
Notizie dal carcere: la rubrica de lavialibera a cura di Antigone
In piazza anche gli attivisti di Mediterranea, a cui Luigi Ciotti ha rivolto un ringraziamento particolare, unito a una denuncia: “Vi sembra possibile che le ong che salvano le vite umane nei nostri mari vengano punite? Quanti soldi spesi dall’Europa per finanziare fili spinati, muri, persino i cani da fiuto per inseguire i migranti ai confini”. Confini “chiusi di fronte a un’umanità povera e oppressa”, ma “permeabili ai capitali sporchi delle mafie”. Parole dure anche sul caso Almasri: “Come è possibile tenere in carcere per mesi le vittime dei trafficanti accusandole di favorire l’immigrazione clandestina e invece rimandare in Libia con un volo di Stato un criminale torturatore indagato dalla Corte penale internazionale?”.
Assolta Maysoon Majidi, attivista iraniana accusata di essere una scafista
Il corteo di Trapani è stato anche l’occasione per ribadire il sostegno ai cinque referendum previsti per l’8 e 9 giugno, di cui Libera e Gruppo Abele sono tra i promotori: “Sostenerli è un atto di umanità – ha detto Ciotti –. Per rendere il lavoro più sicuro, cancellare leggi che hanno reso lavoratori e lavoratrici più poveri e precari e per il diritto alla cittadinanza di 2,5 milioni di persone”.
Infografica: la cittadinanza italiana è ancora questione di sangue
"A parole affidiamo ai giovani le nostre speranze, ma nei fatti togliamo risorse all’istruzione, alla ricerca, all’università, togliamo garanzie di lavoro, neghiamo loro il diritto all’abitare"
Tanti gli studenti e i giovani attivisti presenti in piazza. “Questo non è un mondo per giovani – ha proseguito Ciotti –. A parole affidiamo loro le nostre speranze per il futuro, ma nei fatti togliamo risorse all’istruzione, alla ricerca, all’università, togliamo garanzie di lavoro, che spesso è precario, neghiamo loro il diritto all’abitare. Non bastano investimenti occasionali, chiediamo alla politica il più grande investimento della storia per i giovani”.
In chiusura, l’appello per la pace in Ucraina: “Se c’è un oppressore, è giusto che quel popolo venga difeso. Ma per tre anni abbiamo lasciato che perdessero la vita migliaia di persone, adesso vogliamo che vinca la forza della diplomazia”. E sulla corsa agli armamenti “vogliamo essere disertori rispetto a un’idea di difesa della patria in cui non ci riconosciamo”.
Crediamo in un giornalismo di servizio ai cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Aiutaci a offrire un'informazione di qualità, sostieni lavialibera
La tua donazione ci servirà a mantenere il sito accessibile a tutti
NUMERO SPECIALE: Libera compie trent'anni e guarda avanti: l'impegno per l'affermazione della libertà contro ogni forma di potere mafioso è più che mai attuale
La tua donazione ci servirà a mantenere il sito accessibile a tutti