Sigfrido Ranucci conduce Report, programma di inchiesta di Raitre (Foto Ufficio stampa Rai)
Sigfrido Ranucci conduce Report, programma di inchiesta di Raitre (Foto Ufficio stampa Rai)

Un'autobomba contro Sigfrido Ranucci. Ultimo degli attacchi verso Report & Co.

L'auto di Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, è esplosa nella notte nei pressi di Pomezia. Il giornalista, la sua trasmissione e i suoi colleghi sono da anni al centro di attacchi della politica che controlla la Rai

Redazione lavialibera

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Aggiornato il giorno 17 ottobre 2025

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Aggiornamento del 17 ottobre 2025: Verso le 22 di giovedì 16 ottobre, a Campo Ascolano, frazione di Pomezia (Roma), è esploso un ordigno rudimentale piazzato sotto l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. La deflagrazione ha danneggiato il veicolo e quello della figlia, ma anche i cancelli della casa e dell'abitazione vicina. “La potenza dell'esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”, comunica la trasmissione sui suoi canali social.

"Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l'anno scorso erano stati trovati dei proiettili"Sigfrido Ranucci

Sul posto sono intervenuti carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. A occuparsi dell'inchiesta è la Direzione distrettuale antimafia di Roma: il pm Carlo Villani, coordinato dall'aggiunto Ilaria Calò, procede per danneggiamento con l'aggravante del metodo mafioso in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell'ordine. "Ho ricostruito con i carabinieri quanto è successo ieri. C'è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l'autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi – ha detto lasciando la sede della compagnia dei Carabinieri di via Trionfale dopo ha presentato denuncia –. Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l'anno scorso erano stati trovati dei proiettili".

Ranucci, sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia, da tempo denuncia anche "il clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti", ricordando di aver subito varie minacce negli ultimi tempi, a partire dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino al pedinamento di soggetti identificati dalla sua scorta. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha dato mandato "di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione".  

"Un gesto vile, che non colpisce solo un giornalista, ma il diritto di tutti i cittadini a conoscere, a capire, a cercare la verità. Chi prova a zittire una voce libera attacca il cuore stesso della democrazia"Nota stampa di Libera

Al giornalista sono subito arrivate dichiarazioni di solidarietà da molti esponenti della politica e delle istituzioni, dei sindacati e delle organizzazioni della società civile. "Esprimiamo preoccupazione, vicinanza e corresponsabilità a Sigfrido Ranucci per il grave attentato che lo ha colpito. Un gesto vile, che non colpisce solo un giornalista, ma il diritto di tutti i cittadini a conoscere, a capire, a cercare la verità. Chi prova a zittire una voce libera attacca il cuore stesso della democrazia. Perché colpire un giornalista è colpire il diritto alla verità e alla giustizia – afferma Libera in una nota –. È tentare di intimidire chi, con professionalità e coraggio, illumina le zone d’ombra del potere e racconta ciò che altri vorrebbero tenere nascosto. Oggi più che mai, dobbiamo stare in guardia, non lasciare solo Sigfrido perché ogni intimidazione, ogni attacco, ogni tentativo di delegittimare chi informa è un segnale da non sottovalutare. Rispondere con impegno e partecipazione civile è il modo più concreto per dire che la verità non si minaccia, si difende". 

Di seguito, l'articolo dall'ultimo numero de lavialibera, "Il giornalismo che resiste".

Chi l’ha visto, Report, Presadiretta, ma anche Unomattina, la Vita in diretta e altri programmi Rai potrebbero vedere le proprie redazioni smantellate. I precari a partita Iva che da anni lavorano per queste trasmissioni chiedono da tempo contratti giornalistici, ma l’azienda, in base a un accordo con il principale sindacato, l’Usigrai, ha posto una condizione: trasferirsi nelle sedi regionali del Tgr. "Si svuota la redazione di 15-18 persone a partita Iva su cui abbiamo investito per decenni", ha detto Sigfrido Ranucci al presidio di protesta il 12 giugno scorso. Di conseguenza, al loro posto potrebbero arrivare nuovi precari, forse inesperti, e i contenuti ne risentiranno.

Non è l’unico ostacolo allo storico programma d’inchiesta di Raitre. A fine giugno è emerso un taglio delle puntate nella prossima stagione: "Dallo staff dell’amministratore delegato è arrivata una nota che parlava di 24 puntate e non di 28", ha affermato Ranucci. Le repliche sono passate da 16 a 5 e tutto ciò avviene nonostante i sondaggi Qualitel, che la Rai fa in base al contratto di servizio con lo Stato per percepire il canone, dimostrino come Report sia ritenuta da oltre quindici anni la trasmissione più credibile e di servizio pubblico. "Nonostante le direttive dell’azienda dicano che il palinsesto debba essere costruito in base alle indicazioni del marketing e del pubblico, Report è stato tagliato", ha spiegato il conduttore.

L'Italia non ha ancora recepito l'European media freedom act. L'informazione è ancora sotto attacco

Dalla destra querele, cause e dossier contro Sigfrido Ranucci e colleghi

Sono conseguenze degli attacchi politici a cui la trasmissione è sottoposta da tempo, con una sfilza di procedimenti intentati da esponenti del governo e della maggioranza. La lista è lunga e contiene, tra i tanti, il presidente del Senato Ignazio La Russa, i ministri Giancarlo Giorgetti, "azionista di riferimento della Rai", ha ricordato Ranucci in un evento al Parlamento europeo, Adolfo Urso ("che firma il contratto di servizio con la Rai che impone di valorizzare il giornalismo di inchiesta "), Daniela Santanché e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari (che "ha attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla mia attività"). Uno stillicidio. Ci sono anche quelle di Maurizio Gasparri, che ha anche fatto convocare Ranucci dalla commissione di vigilanza sulla Rai e ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia.

Querele temerarie, l'informazione sotto scacco

A ciò, si aggiungono dossieraggi funzionali agli interventi di alcuni parlamentari che hanno chiesto di porre Report sotto controllo. Il 24 gennaio 2025 una circolare dell’ad Rai ha imposto la figura di un controllore e di una struttura editoriale esterna ai programmi di approfondimento, rimasti senza una figura di collegamento con la direzione. A distanza di mesi, a Ranucci è stata tolta la responsabilità della firma su documenti di natura amministrativa, come l’autorizzazione delle trasferte dei collaboratori. Un "semplice allineamento alla normativa aziendale", afferma la Rai.

Da lavialibera n° 34, Il giornalismo che resiste

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