Giornalismo precario

Nel sempre crescente calderone dei lavori precari è finito anche il giornalismo. Difficile individuare il momento preciso in cui una delle professioni più prestigiose si è ritrovata nella polvere dell’incertezza lavorativa. Probabilmente si è trattato di un lento ma inesorabile scivolamento. I numeri attuali, però, non lasciano spazio a interpretazioni. Secondo l’Inps, in Italia operano circa 45 mila giornalisti con contratto atipico o liberi professionisti, a fronte di appena 15 mila coperti da un contratto di lavoro dipendente (dati 2019). E tra i freelance, il 45% non riesce a fatturare 5000 euro lordi l’anno. D’altra parte, anche molti giornali storici hanno tagliato i compensi dei redattori, arrivando a proporre 7 euro per un articolo. Ma sul web la cifra scende ancora. Una foto impietosa, che fa dei giornalisti dei veri rider dell’informazione e che mostra tutta la debolezza della Carta di Firenze, dedicata proprio alla deontologia del giornalismo precario ma rimasta lettera morta. Ma sono solo i diretti interessati a fare le spese di questa sconfitta? No, per niente. Nel declino finisce tutto l’ecosistema dell’informazione, lettori compresi. Perché un giornalista precario è costretto a preoccuparsi più della quantità che della qualità di ciò che scrive; è più facilmente preda di interessi esterni; è più spesso vittima di minacce e intimidazioni. Il giornalismo precario, quindi, è un problema anche per il diritto di sapere di chiunque e per la libertà di informazione.

Da sinistra María José Longo, Shirlie Rodríguez e José Cancinos presso la sede dell'Associazione dei giornalisti di Quetzaltenango (Foto Ylenia Sina)

Guatemala, giornalisti corrono ai ripari

In Guatemala tra 2011 e 2020 ci sono stati 49 omicidi di cronisti e lavoratori dei media. Oltre alle aggressioni fisiche, i pericoli arrivano anche dalla criminalizzazione e dai processi. Alcuni gruppi della società civile si sono organizzati nella …

Ylenia Sina

Ylenia SinaGiornalista

Credits: Markus Spiske/Unsplash

Perché non saremo all'incontro dei Fridays for future coi media

Lavialibera è stata invitata alla conferenza su giornalismo e clima organizzata dal Meeting europeo dei Fridays for future, con Repubblica e Green&Blue, Fatto Quotidiano, Nazione, Tpi, Corriere della Sera, Stampa e LifeGate. Ecco perché non …

Elena Ciccarello

Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

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Gad Lerner, giornalista da marciapiede

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Le vendite dei giornali crollano, le edicole chiudono e le testate licenziano. In una società che continua a nutrirsi di notizie – il più delle volte sintetiche, semplici e frivole – l'informazione è spesso genuflessa alle logiche di mercato e al …

Elena Ciccarello

Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

5 maggio 2021, Michele Santoro ospite di Bruno Vespa nello studio di "Porta a Porta" (Riccardo Antimiani/Ansa)

Talk show, il grande vuoto in prima serata

Prima il Covid, poi la guerra in Ucraina hanno dato nuova linfa ai talk show, animati dalla spasmodica ricerca di personaggi capaci di scatenare polemiche, fare ascolti e poi click. Così le notizie si perdono in una mare di chiacchiere

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

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La colpa non è dei lettori

La colpa non è dei lettori

Chi minaccia la libera informazione? Quanto pesa la crisi di credibilità dei giornali? Il diritto di sapere può essere tutelato solo con un nuovo patto tra lettori e professionisti del settore

Elena Ciccarello

Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

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